Il nuovo presidente della Repubblica messicano Felipe Calderón, con un tratto di penna, e tra i primissimi atti del suo governo, ha raddoppiato il numero degli effettivi della PFP (Polizia Federale Preventiva). Questo corpo di polizia militare, impegnato attualmente nella repressione a Oaxaca con 4.000 uomini, è passato da 10 a 20.000 uomini. Evidentemente la PFP è il manganello con il quale Felipe Calderón e il suo Ministro degli Interni, il riconosciuto torturatore (640 denunce) Francisco Ramírez Acuña, contano di risolvere qualsiasi conflitto sociale.
Nel frattempo nel duopolio privato Televisa-Teleazteca (cloni l’uno dell’altro di tv spazzatura) continua la campagna mediatica della nuova presidenza della Repubblica. A spese dello stato si millanta che con Calderón “molte cose succederanno perché tu possa vivere meglio”. Gli spot si susseguono più o meno innocenti, più o meno stantii. Salvo uno. E’ dedicato alle forze armate. In un tripudio di sfilate militari, cannoni e frecce tricolori, mixate con immagini di Calderón, tra le quali il momento del giuramento appare sinistramente simile ad un saluto romano. Nello spot, lo speaker afferma chiaramente: “le forze armate manterranno l’ordine in Messico”. Non c’è bisogno di commentare la gravità di tale affermazione.