Sono geneticamente contrario alle dietrologie ed a vedere complotti troppo complicati. Capisco anche la linea del Manifesto e della famiglia Sgrena-Scolari nel non potere fare accuse a vuoto.
Ma le dichiarazioni fatte oggi da Renato Caprile di Repubblica, l’ultimo giornalista italiano a lasciare l’Iraq non hanno potuto non farmi aprire completamente gli occhi. Quel “voglio sperare, voglio credere” ripetuto insistententemente va letto come “non spero, non credo”.
Ed allora apriamo gli occhi, Giuliana Sgrena è nelle mani di qualcuno che ha due precisi interessi:
1) che non ci siano occhi non embedded in giro e di conseguenza:
2) ha interessi opposti a quelli della resistenza.
Mi risulta che a parte qualche freelance non ci siano più giornalisti occidentali non embedded in Iraq al momento. Lo scopo è dunque stato raggiunto. Ma noi adesso dobbiamo smettere di sussurrare, pensare e ricacciare indietro il fatto che Giuliana è stata sequestrata da forze filogovernative nell’ambito della guerra sporca della quale Negroponte è maestro. Poi chi materialmente sia non lo posso sapere, ma la realtà è questa.