Trovo vomitevole la copertura che la RAI e in particolare Giovanna Botteri stanno dando dell’epidemia in Messico, cosiddetta febbre suina. Ci sono ottanta morti in Messico ma per lei quello che conta è “paura negli Stati Uniti”.
La Botteri è così provinciale che per un evento che avviene in Messico, ed è in Messico la preoccupazione, si comporta come quei TG regionali che ricalcano con servizi sui riflessi nel capoluogo dell’avvenimento nazionale corrispondente. Il Messico la Botteri lo cita solo incidentalmente arrivando a chiamarne la capitale “Mecsico city”, come se fosse il pianeta Plutone, oppure un “oscuro angolo del mondo” di bushiana memoria.
Giova ricordare che il Messico è un paese di 100 milioni di abitanti, membro del G20 e con un PIL tra i primi 12 al mondo, con 5.000 anni di storia e che ha sempre aperto le proprie porte a migranti e rifugiati di tutto il mondo. Forse chi paga il canone del servizio pubblico merita di meglio della superficialità razzista e dei toni fintamente lacrimevoli della Botteri che è completamente indifferente a chi è morto davvero in Messico per concentrarsi solo sul suo ombelico. E soprattutto chi paga il canone merita un corrispondente da Città del Messico.