Jorge López, testimone chiave del processo sul terrorismo di stato in Argentina, che pochi giorni fa ha portato alla condanna all’ergastolo del genocida Miguel Etchecolatz, è scomparso da una settimana. Il governatore della provincia di Buenos Aires Felipe Solá, in una conferenza stampa ieri a La Plata, ha collegato direttamente il sequestro di Jorge López (nella foto) alla sua condizione di testimone chiave nel processo Etchecolatz con l’obbiettivo di “intimidire futuri testimoni e impedire la partecipazione in altri processi contro repressori”.
Torturatori, assassini, stupratori vanno in galera ogni giorno in Argentina da quando la Corte suprema nel giugno 2005 dichiarò incostituzionali le leggi di “Punto Finale” e “Obbedienza Dovuta”, che avevano garantito l’impunità ad alcuni dei peggiori criminali della storia dell’umanità.
La settimana scorsa era stato il turno di Miguel Etchecolatz, il capo della polizia bonaerense, sul quale pendevano centinaia di testimonianze su di un sadismo oltre ogni immaginazione e condannato all’ergastolo per “genocidio” con sentenza da compiere in un carcere comune. E’ la prima volta che, in una sentenza definitiva, i crimini contro l’umanità commessi durante la dittatura fondomonetarista, vengono configurati come esplicitamente finalizzati al “genocidio”. “Violazioni di diritti umani commessi nel quadro del genocidio avvenuto nella Repubblica argentina tra il 1976 e il 1983” scrive esplicitamente il dispositivo della sentenza.
Se Jorge López fosse, come molti oramai temono apertamente, il desaparecido n. 30001, è chiaro che la capacità e la volontà dei genocidi di dar seguito alle minacce che continuano ad arrivare a militanti e organizzazioni per i diritti umani è molto alto e che esiste in Argentina un’organizzazione terrorista in attività pericolosissima. Lo stesso Etchecolatz era uscito dall’aula, dopo la lettura della sentenza, minacciando chiaramente il giudice Carlos Rozanski ed i presenti. Fuori, centinaia di militanti per i diritti umani cantavano: “como a los nazi les va a pasar, a donde vayan los iremos a buscar”. E’ passata una settimana e la sparizione di Jorge López testimonia che la lotta popolare contro il terrorismo di stato non può abbassare la guardia.
Il 5 e il 25 ottobre in Italia presso l’aula bunker di Rebibbia inizieranno due processi contro i genocidi argentini.
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