Io, Gennaro Carotenuto, da bambino napoletano, pensavo che tutto il male del pianeta si concentrasse nel… "imperialismo juventino"!
Mia madre cercava di riportarmi alla ragione, ma io non volevo sentire ragioni. Ero convinto che ogni singolo calcio di punizione, ogni rigore, ogni cartellino a favore della Juventus fosse frutto di un malevolo complotto. Oggi mitigo (lievemente) quel giudizio, ma da qualche parte di me continuo a pensare che la squadra di Gianni Agnelli, di Giampiero Boniperti e di Roberto Bettega (come pensare qualcuno di più antipatico al mondo?), non abbia mai vinto neanche un’amichevole in maniera pulita. Prima di Moggi, con Moggi e dopo Moggi.
Era il Napoli di Vinicio ‘o lione, ovviamente, l’unica squadra di pallone che mi sia stata e mi stia veramente a cuore. Una squadra (Carmignani, Bruscolotti, La Palma…), che sfiorò lo scudetto con un attacco con Sergio Clerici, el gringo, Giorgio Braglia e Peppe Massa (il mio eroe) all’ala. Passavo ore a rovinare i riposi pomeridiani di mamma calciando il Supertele contro la porta di casa e gridando MAAASSSSAAAAA! Poi arrivava papà e gli strappavo il giornale sudato e correvo a leggere del Napoli ma anche del resto.
Lo perdemmo a Torino quello scudetto, alla penultima partita o giù di lì, all’89esimo minuto con un gol di Altafini. Arrivammo secondi a due punti, un sospiro. Ancora adesso non riesco a pensare a molte cose più crudeli nella vita. Ero così convinto che il calcio fosse la misura delle cose che quando mio padre mi spiegò che se Napoli non costruiva la metropolitana i fondi sarebbero andati ad un’altra città, cominciai ad odiare profondamente Cesena, che evidentemente ci seguiva in classifica in quel momento, e che per un destino cinico e baro, sottraeva ingiustamente i fondi per la metropolitana alla mia città.
Non mi è mai piaciuto "guardare il pallone" alla televisione, perché il calcio è una cosa per la radio ("scusa Ameri sono Ciotti, qui ha segnato Bruscolotti…"), anche se mi arrabbiavo perché il Napoli non era sempre e solo il campo principale. Il calcio, ma direi meglio, il Napoli, è una delle cose che più di tutte mi mette in contatto con me bambino. Per questo e per molto altro brindo alla Juventus in serie B! E’ un sogno che si realizza ed solo un piccolo risarcimento di tante pene!
FORZA NAPOLI!
L’amico Piero de Luca ha vinto una copia del mio "Franco e Mussolini", Sperling&Kupfer 2005. Lo prego di inviarmi l’indirizzo!
La storia del Napoli dal sito alenapoli http://www.alenapoli.com, almeno fin dove vale la pena raccontarla.
1904: nacque a Napoli la prima Squadra calcistica, chiamata Naples, per iniziativa di un inglese che lavorava in un’ agenzia marittima napoletana, James Poths, e di un ingegnere napoletano, Emilio Anatra.
1912: i napoletani si staccarono dagli inglesi fondando per loro conto un’altra squadra, l’U.S. INTERNAZIONALE.
1912-13: Naples e Internazionale partecipano per la prima volta al campionato federale. Il Naples vince il Girone Campano ed è 2° nelle semifinali Centro-Sud.
1913-14: Il Naples e’ 2° nel Girone Campano vinta dall’Internazionale che sara’ poi 2° nelle Semifinali Centro-Sud.
1914-15: Internazionale 1° e Naples 2° nel Girone Centro-Sud. Finalissima non disputata per causa della guerra.
1919-20: Girone Campano: 1° Internazionale, 2° ProNapoli, 3° Naples, l’Internazionale è 3° nel Girone B delle Semifinali Centro-Sud.
1920-21: Girone A Campano: 2° Naples; Girone B 1° Internazionale, 3° Pro Napoli. Girone finale Campano: 3° Naples, 4° Internazionale. SemiFinale Centro-Sud: 2° Naples del Girone A.
1921-22: 4° Internazionale, 6° Naples del Girone Campano, Lega Sud (C.C.I.).
1922: per esigenze di carattere finanziario, Naples (di Del Pezzo) ed Internationale (di Emilio Reale) si fusero dando vita alla INTERNAPLES, che scelse la maglia azzurra, tutt’ora il colore sociale del Napoli.
1923-24: Internaples 2° nel Girone Campano, 3° nella Semifinale Lega Sud.
1924-25: Internaples 3° nel Girone Campano.
1925-26: Internaples 1° nel Girone Campano, 1° nel Girone A delle Semifinali del Girone Lega Sud. Battuto in finale dall’Alba.
Logo originale della ASSOCIAZIONE CALCIO NAPOLI fondata il 1° Agosto 1926 Il 1° agosto 1926 l’assemblea dell’Internaples decise di cambiare il nome della Societa’ costituendo l’ASSOCIAZIONE CALCIO NAPOLI (ad opera di Giorgio Ascarelli)
1926-27: 10° nel Girone A del Campionato Nazionale.
1927-28: 9° nel Girone A del Campionato Nazionale; la retrocessione, fu evitata per la benevolenza di alcuni dirigenti federali che ampliarono il numero delle squadre partecipanti alla Prima Divisione.
1928-29: 8° nel Girone B del Campionato Nazionale. INIZIO DEL GIRONE UNICO
1929-30: 5° in Serie A; Napoli e Lazio si contendono in uno spareggio la permanenza in massima serie, finisce pari, bisognerebbe giocare una gara-bis ma Ascarelli riesce a fare in modo che entrambe le compagini vengano tratte in salvo dalla Federazione. Gli appassionati crescevano di numero e così Ascarelli realizzò un impianto da 10.000 posti nel rione Luzzatti: la partita inaugurale si disputa il 16 Febbraio del 1930, quattro ad uno alla Triestina, pochi giorni dopo lo stesso Ascarelli muore per una peritonite fulminante.
1930-31: 6° in Serie A; questo campionato fu tra i migliori dell’epoca anche, soprattutto, grazie ad Emilio Colombari, mediano ex Torino soprannominato "O Banco e Napule" per l’alta cifra spesa per il suo ingaggio da parte del presidente On. Giovanni Maresca di Serracapriola. Alla fine del girone d’andata il Napoli era addirittura secondo, poi Sallustro (nella foto) fu richiamato alle armi e gli azzurri finirono sesti. Vojack segnò ben venti reti.
1931-32: 9° in Serie A; non si riuscì a ripetere quanto di buono fatto l’anno prima e si chiuse con un mediocre nono posto con 35 punti all’attivo.
1932-33: 3° in Serie A; con una dispendiosa campagna acquisti si rischiò di mandare in rovina la società salvata dall’Ing. Vincenzo Savarese, ma portò alla costruzione di una grande squadra che si piazzò addirittura al terzo posto, nonostante le prestazioni di Sallustro fossero a corrente alternata per "questioni di cuore". La qualificazione alla Coppa Europa sfuggì solo poichè il Bologna ebbe una miglior differenza reti. A fine campionato, l’"Ascarelli" chiuse momentaneamente i battenti per lavori di ampliamento.
1933-34: 3° in Serie A con 46 punti dietro Inter e Juve.
1934-35: 7° in Serie A con soli 29 punti.
1935-36: 8° in Serie A in condominio con Milan, Alessandria e Genoa.
1936-37: 13° in Serie A era la peggior posizione occupata dal Napoli negli ultimi anni.
1937-38: 10° in Serie A non fu accolto positivamente dal Comandante Lauro.
1938-39: 5° in Serie A ed anche ad una storica vittoria sul campo dell’Ambrosiana per due ad uno.
1939-40: 13° in Serie A la B fu evitata per miracolo grazie ad una migliore differenza reti rispetto all’allora Liguria.
1940-41: 7° in Serie A a parità di punti con il Torino.
1941-42: 15° in Serie A è la prima retrocessione, fatale la sconfitta, all’ultima giornata, in casa del Genoa per tre reti a zero.
1942-43: 3° in Serie B non bastò per tornare nella massima serie.
1943-44: Campionati di calcio sospesi per la Seconda Guerra Mondiale.
1944-45: 3° nel Campionato Regionale Campano. Dopo l’interruzione, nel 1943-44 furono creati a Napoli due club: la Società Sportiva Napoli, promossa dal giornalista Arturo Collana, e la Società Polisportiva Napoli, fondata dal Dott. Gigino Scuotto, nei locali del bar Pippone. La fusione avviene nel Gennaio del 1945 con la denominazione di Associazione Polisportiva Napoli presidente Pasquale Russo. La squadra prese parte ad un campionato regionale con Stabia, Scafatese, Frattese ed altre compagini campane. Si giocava nel recinto dell’Orto Botanico poichè l’"Ascarelli" era stato abbattuto. Durante la gara con la Salernitana, l’arbitro Stampacchia sul punteggio di uno ad uno perse le redini della gara e si scatenò una rissa: la giacchetta nera si finse morto per placare gli animi e… ci riuscì.
1945-46: 1° nel Campionato misto A e B Centro Sud davanti a Bari e Roma, si andò così alle finali nazionali col quinto posto su otto squadre. Promosso in Serie A.
1946-47: 8° in Serie A; si torna al girone unico, si gioca al Vomero, ottavo posto finale a pari merito con l’ Atalanta.
1947-48: 18° in Serie A. Retrocesso per la 2 volta in Serie B.
1948-49: 5° in Serie B, si resta con 45 punti.
1949-50: 1° in Serie B. Promosso in Serie A; furono ben undici i risultati utili consecutivi, il finale di torneo fu semplicemente strepitoso e gli azzurri superarono anche l’Udinese piazzandosi al primo posto.
1950-51: 6° in Serie A; l’acquisto boom del campionato successivo, con Amadeo Amadei si raggiunse il sesto posto finale con 41 punti.
1951-52: 6° in Serie A; si apre la stagione con Alfonso Cuomo nominato presidente e Lauro nelle vesti di finanziatore fu di nuovo sesto posto.
1952-53: 4° in Serie A; il primo acquisto di Lauro, sempre più padre-padrone della società, fu un centravanti svedese Hasse Jeppson pagato dal Comandante all’Atalanta, proprietaria del cartellino, ben 105 milioni. Con Jeppson arrivò anche dal Novara il guizzante Bruno Pesaola. E’ un anno splendido, il Napoli finisce quarto, Jeppson segna 14 reti.
1953-54: 5° in Serie A con 38 punti, stavolta Jeppson di reti ne realizzò venti, tre in meno del capocannoniere di stagione Nordhal.
1954-55: 3° in Serie A; la squadra conquista un fantastico terzo posto.
1955-56: 14° in Serie A; il campionato fu quello di Luis Vinicio, detto "O’ Lione". Costò 60 milioni, si finì al quattordicesimo posto con 32 punti, Vinicio segna 16 reti, Jeppson otto.
1956-57: 11° in Serie A; si arrivò all’undicesimo posto con ben 18 marcature siglate da "O’ Lione".
1957-58: 4° in Serie A; fu un grande Napoli che addirittura passò a Torino, sul campo della Juve, per tre ad uno con un Bugatti strepitoso e reti di Vinicio, Novelli e Di Giacomo. Le due sconfitte nelle ultime tre gare condannarono la compagine di Amadei al quarto posto, Vinicio segnò 21 dei 65 gol degli azzurri.
1958-59: 9° in Serie A.
1959-60: 14° in Serie A; si inaugura il "San Paolo", il 6 Dicembre 1959 ci sono oltre 80.000 tifosi a salutare il due ad uno sulla Juventus, marcatori Vitali e Vinicio.
1960-61: 17° in Serie A. Retrocesso in Serie B; Nel Giugno del 1960 dopo 5 anni va via Vinicio, per lui 152 partite e 69 gol in azzurro. Con lui lasciano il Napoli anche Pesaola, 204 gettoni con il "ciuccio", e Rambone. Fu un campionato disastroso e fu, di nuovo, serie B.
1961-62: Promosso in Serie A. Vince la prima Coppa Italia il 21 Giugno del 1962, stabilendo il record, ad oggi imbattuto, di una squadra di serie B a vincere una Coppa Italia. 1961-62: 2° in Serie B. Promosso in Serie A. Vince la prima Coppa Italia il 21 Giugno del 1962, stabilendo il record di una squadra di serie B a vincere una Coppa Italia. Ritorna Lauro che diede vita ad una campagna acquisti faraonica e fu serie A.
1962-63: 16° in Serie A. Retrocesso in Serie B; la squadra è confermata quasi in blocco con l’innesto di Jarbas Faustinho Canè ed in Coppa a Belgrado esordisce Juliano ma il Napoli perderà la "bella" e sarà eliminato. Lo 0-2 con il Modena e la conseguente invasione di campo al "San Paolo" segnarono in pratica il ritorno in B. Lauro lasciò la società che passò al Dott. Gigino Scuotto.
1963-64: 8° in Serie B.
Logo originale della SOCIETA’ SPORTIVA CALCIO NAPOLI fondata il 25 Giugno 1964 Il 25 giugno 1964 l’ Associazione Calcio Napoli si trasformo’ in SOCIETA’ SPORTIVA CALCIO NAPOLI, l’attuale denominazione del "Napoli".
Il primo presidente fu Roberto Fiore e il presidente onorario il comandante Achille Lauro.
1964-65: 2° in Serie B. Promosso in Serie A; in panchina torna Pesaola.
1965-66: 3° in Serie A. Vince la Coppa delle Alpi; 1965-66: 3° in Serie A. Vince la Coppa delle Alpi; arrivano due colpi clamorosi dal mercato: Josè Altafini, punta di diamante del Milan, ed Omar Sivori mezzala dalla Juve. Fu un grande Napoli. Storica la gara con la Juventus al "San Paolo" con la rete di Altafini e la "vendetta" di Sivori su Heriberto Herrera. Si finì terzi, al termine di un campionato esaltante con Altafini capocannoniere con 14 gol. Nell’estate del 66′ il Napoli partecipò alla Coppa delle Alpi e la vinse avendo la meglio, grazie ad un Sivori straordinario, su Losanna-Zurigo, Basilea e Young Boys e Servette.
1966-67: 4° in Serie A; arrivano Ottavio Bianchi ed Orlando con 16 reti di Altafini.
1967-68: 2° in Serie A; arrivano Pogliana, Barison e Zoff, purtroppo nella sfida decisiva a "San Siro" contro il Milan di Rivera, Hamrin e Sormani non bastò il gol di Barison e gli azzurri chiusero la stagione proprio dietro ai rossoneri scudettati con nove punti di distacco. Era comunque il miglior risultato della storia, fino a quel momento.
1968-69: 7° in Serie A; il Napoli batte persino la Juventus al "San Paolo" con doppietta di Montefusco nella gara che segnerà l’addio al calcio di Omar Sivori, espulso e squalificato per sei turni: è il 1-12-68, la squadra arriva settima.
1969-70: 6° in Serie A; il primo campionato dell’era Ferlaino, vede Chiappella in panchina e gli arrivi di Hamrin, Monticolo e l’esplosione del "baronetto di Posillipo" Gianni Improta. La stagione non fu delle migliori: sesto posto finale con sole 24 reti messe a segno, otto siglate da Altafini.
1970-71: 3° in Serie A; il Napoli a "San Siro" con l’Inter si gioca in pratica lo scudetto. Nell’intervallo gli azzurri conducono uno a zero, rete di Altafini, ma poi Gonnella regala un rigore ai locali e Boninsegna pareggia. A chiudere i conti è lo stesso Boninsegna.
1971-72: 8° in Serie A; si vendono Zoff ed Altafini, quest’ultimo autore di 81 reti in azzurro, alla Juventus ed si acquista dal Sorrento il difensore Bruscolotti, che diventerà "pal’ e’ fierro".
1972-73: 9° in Serie A; per Chiappella è l’ultimo anno sulla panchina azzurra. Ferlaino chiama ad allenare "O’ Lione", all’anagrafe Luis Vinicio, che dopo essere stato grande centravanti è diventato profeta del "calcio totale".
1973-74: 3° in Serie A; arrivano Giorgio Braglia ed il brasiliano Clerici, segneranno più di venti reti in due (storica la vittoria sulla Juve, reti di Canè e Clerici), si finisce terzi dietro la Lazio di Chinaglia e la Juve.
1974-75: 2° in Serie A; la squadra si rinforza con Burgnich, La Palma, Rampanti, Landini, Vendrame e Peppe Massa. E’ una squadra stellare, va a Torino a giocarsi lo scudetto contro la Juve. Segna Causio, pareggia Juliano, Zoff compie miracoli a ripetizione ed in fine Altafini "Core ‘ngrato" condanna gli azzurri, secondo posto a due punti dalla Juve.
1975-76: Vince la seconda Coppa Italia all’Olimpico contro il Verona: doppietta di Savoldi, Esposito e Braglia. 1975-76: 5° in Serie A. Vince la seconda Coppa Italia; Ferlaino, contro la volontà di Vinicio, cede Clerici per ingaggiare Beppe Savoldi, mister 2 miliardi. Napoli risponde con 70.000 abbonamenti. E’ solo un quinto posto mentre vince la finale di Coppa Italia, all’"Olimpico" contro il Verona: doppietta di Savoldi, Esposito e Braglia.
1976-77: Vince la Coppa di Lega Italo-Inglese 1976-77: 7° in Serie A. Vince la Coppa di Lega Italo-Inglese; torna Pesaola in panchina ed arrivano Chiarugi, Speggiorin e Vinazzani finisce con un settimo posto.
1977-78: 6° in Serie A; Ferlaino per la panchina, sceglie Di Marzio, ed ingaggia Capone, Ferrario e Mattolini che sostituisce Carmignani. Sesto posto, grazie ai 16 centri di Savoldi, e qualificazione in Uefa.
1978-79: 6° in Serie A; Di Marzio dura due giornate, torna Vinicio. Vestono l’azzurro Caso, Filippi, Caporale, Claudio Pellegrini, il portiere Castellini, detto "il giaguaro", ed Attilio Tesser. Alla fine sarà sesto posto.
1979-80: 11° in Serie A; annata non delle migliori, anzi: Damiani, Agostinelli, Musella e Guidetti non evitano l’avvicendamento di Vinicio con Sormani.
1980-81: 3° in Serie A; Juliano siede dietro la scrivania di Direttore Generale. Il suo primo colpo si chiama Rudy Krol, libero olandese tecnicamente molto dotato. Marchesi, chiamato al timone della squadra, lancia il giovane Celestini e Gaetano Musella, trenta presenze e cinque reti. Il Napoli chiude terzo, Claudio Pellegrini segna undici reti.
1981-82: 4° in Serie A; campionato di Palanca bomber del Catanzaro, Criscimanni, Citterio e Benedetti, si finisce quarti con Pellegrini solito mattatore.
1982-83: 9° in Serie A; Ferlaino chiama Giacomini per sostituire Marchesi, arriva Ramon Diaz, che alla fine segnerà solo tre reti prima di emigrare a Milano. La squadra delude ma si salverà.
1983-84: 11° in Serie A; sarà ancora Marchesi sostituendo in panchina Santin a salvare il Napoli.
1984-85: 8° in Serie A; arriva Maradona ad accoglierlo al "San Paolo" il 5 Luglio del 1984 sono in 70.000. La squadra finisce ottava.
1985-86: 3° in Serie A; arrivano Garella, Bagni, Giordano e Renica con Bianchi che sostituisce Marchesi. Faranno la loro parte anche Pecci e Buriani. E’ anche l’anno dell’esordio in prima squadra di un difensore proveniente dal vivaio, Ciro Ferrara.
1986-87: 1° in Serie A. Campione d’ Italia il 10/5/87. Vince la terza Coppa Italia (RECORD condiviso con Juventus e Torino). 1986-87: 1° in Serie A. Campione d’ Italia il 10/5/87. Vince la terza Coppa Italia (RECORD condiviso con Juventus e Torino). 1986-87: 1° in Serie A. Campione d’ Italia. Vince la terza Coppa Italia (RECORD condiviso con Juventus e Torino). Nel 10/5/87 si pareggia con la Fiorentina, con rete di Carnevale, il Napoli è Campione d’Italia per la prima volta in 60 anni di storia. La squadra va a mille e conquista anche la Coppa Italia nella doppia finale con l’Atalanta: simile impresa era riuscita solo al Grande Torino ed alla Juventus nel 1960.
1987-88: 2° in Serie A; arriva anche Antonio Careca. In Coppa Campioni si è eliminati al primo turno dal Real Madrid, ed in campionato si arriva secondi dopo al Milan.
1988-89: 2° in Serie A. Vince la Coppa U.E.F.A. in finale contro lo STOCCARDA 1988-89: 2° in Serie A. Vince la Coppa U.E.F.A. Lo spogliatoio si spacca e al posto di Garella, Ferrario, Bagni e Giordano ci saranno Giuliani, Fusi, Crippa, Corradini ed il brasiliano Alemao. Il campionato è dell’Inter dei record ed il Napoli si concentra sulla Coppa Uefa che vincerà in finale con lo Stoccarda.
1989-90: 1° in Serie A. Campione d’ Italia per la 2 volta il 29-4-90 . 1989-90: 1° in Serie A. Campione d’ Italia per la 2 volta. A Bianchi subentra Bigon, è l’anno anche del giovanissimo Zola che sostituirà per le prime partite Maradona che tornerà per il match con la Fiorentina. Il Napoli vincerà il suo secondo scudetto con un gol il 29-4-90 di Marco Baroni, che di testa sigla la rete del vantaggio contro la Lazio nel match che risulterà decisivo.
1990-91: Vince la Super Coppa Italiana contro la JUVENTUS che batterà per 5-1. 1990-91: 7° in Serie A. Vince la Super Coppa Italiana. Si comincia con una squillante vittoria nella Supercoppa Italiana: 5-1 alla Juventus. Il Napoli è eliminato dalla Coppa Campioni al secondo turno, in campionato non va bene in piena zona retrocessione. Con qualche vittoria si rimette in sesto. Maradona gioca la sua ultima partita al San Paolo con il Bari, vittoria 1-0 (Zola) il 17/3/91
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