Nei giorni abbronzati dell’elezione di Obama, Silvio la buttò in calcio d’angolo dicendo che avrebbe dispensato volentieri i suoi consigli al giovane Barack. Secondo me non solo i consigli sono arrivati ma Obama ha preso attentamente appunti: per essere sicuro di fare l’esatto contrario.
Non può essere infatti una coincidenza che dove Silvio Berlusconi elimina gli sgravi all’edilizia ecocompatibile, bloccando di fatto il comparto, Barack Obama punta su una rivoluzione ecoambientale che crei posti di lavoro. Roba da poco, un pannicello caldo visto che ci mette sopra una piccola fiche pari a 100 miliardi di dollari destinati a creare “lavoro verde”.
Dove Berlusconi vuole regolamentare (imbavagliare) Internet, Obama la considera il motore del futuro. Soldi pubblici porteranno la banda larga in ogni scuola pubblica (quindi quelle per poveri negli SU) ed in ogni ospedale. Se Barack Obama (ed ogni altro dirigente politico dotato di senno) pensa sia indispensabile investire nella scuola e nella ricerca, Berlusconi ha fatto ministro Mariastella Gelmini che sta facendo l’esatto contrario.
Obama fa come a Cuba (davvero) e manda a casa le lampadine a basso consumo mentre da noi Giulio Tremonti tira un sospiro di sollievo perché il basso costo del petrolio nel 2009 dovrebbe far risparmiare la bella cifra di 1.01 (un euro e un centesimo) al giorno a famiglia e quindi potranno continuare a sprecare come prima. E’ quasi un’altra Social Card! Grazie Tremonti!
Obama non è ancora presidente, e potrebbe fallire miseramente o tradire le attese, e il Venerabile Licio Gelli prevede che comunque in 3 o 4 mesi al massimo sarà fatto fuori, il che detto da lui, che in genere è “persona informata dei fatti” è particolarmente sinistro.
Ma almeno va nella giusta direzione: educazione, ambiente, nuove tecnologie. L’Italia di Berlusconi invece va in senso contrario: descolarizzazione, no a Kioto, manifatture come nell’800. Altro che ecoballe!
Se Tremonti fa bene a ricordarci continuamente che siamo il terzo paese più indebitato al mondo, gli Stati Uniti sono il primo. Ed è anche per quello che Barack Obama (se glielo lasceranno fare) vuole svoltare. Ma noi quando facciamo una bella inversione a U?