Al mondo c’è chi sta con la schiena dritta, e in genere non fa carriera. E c’è chi si piega con varie angolature possibili, e spesso fa carriera. C’è chi fa il proprio lavoro con correttezza e chi è disposto a qualunque bassezza. C’è chi ha le proprie idee ed è disposto a pagare il prezzo alla coerenza e chi invece va sempre dove tira il vento. C’è chi è onestamente di parte e chi è disonestamente neutrale.
Il simbolo del giornalista che fa carriera piegandosi in tutte le angolature possibili, che è disposto a qualunque bassezza, che va sempre dove tira il vento, ma si dichiara sempre (disonestamente) neutrale è il direttore del TG1 Gianni Riotta.
Troppo lunga è la lista delle bassezze di Gianni Riotta, l’uomo che in quota centrosinistra ha abolito il panino, salvo ripristinarlo non appena ha rivinto la destra, ma quella di ieri sera al TG più visto dagli italiani è simbolica per tutte.
Tutti lo sanno e nessuna persona onesta lo può negare: Berlusconi mercoledì sera in mondovisione ha affermato che manderà la polizia a sgomberare scuole e università occupate. Giovedì, per smentire se stesso, il capo del governo ha lanciato un volgarissimo attacco di comodo ai giornalisti, rei di aver inventato le parole del padrone del vapore.
Un giornalista onesto difenderebbe il proprio lavoro e infatti i TG seri (guardarsi SkyTg24 o il TG3, o Anno Zero come conferma) hanno rimandato in onda la conferenza stampa di Berlusconi, non per mettere alla berlina il primo ministro ma per un’elementare forma di difesa del proprio lavoro. Gianni Riotta no, il TG1 non si è sognato assolutamente di farlo, nonostante l’attacco di Berlusconi ledesse la sua dignità e quella della sua redazione.
A lui, che pure il giorno prima aveva aperto il TG con le minacce del primo ministro agli studenti, ovviamente non per denunciarne la gravità ma per supportarle, il giorno dopo andava bene piegarsi e dire: “Sì, badrone, ho mentito, perdonami, non hai mai detto che mandavi la Polizia”, come un Gasparri o un Cicchitto qualsiasi, che però fanno un altro mestiere.
Se Emilio Fede direttore di un TG privato risponde solo per la propria credibilità, una macchietta, non altrettanto vale per Gianni Riotta, direttore del più importante TG del servizio pubblico. Gianni Riotta è molto peggio di una macchietta; è la metastasi del cancro della disinformazione al servizio del potere politico ed economico.
E’ compatibile Gianni Riotta con il servizio pubblico? Ha senso un servizio pubblico se l’informazione la fa un servo come Riotta?