Il Ministro degli Interni, Claudio Scajola intervistato ieri a Cipro da due autorevoli quotidiani moderati, il Sole24Ore e il Corriere della Sera, ha affermato tra l’altro: «Non fatemi parlare. Figura centrale Biagi? Fatevi dire da Maroni se era una figura centrale: era un rompicoglioni che voleva il rinnovo del contratto di consulenza».
Sono parole volgari e saranno sicuramente smentite. Sono parole che gettano fango su una persona che ha passato gli ultimi mesi della sua vita a segnalare di essere minacciato per poi essere puntualmente assassinato. Ancora Scajola dichiara «A Bologna hanno colpito Biagi che era senza protezione ma se ci fosse stata la scorta i morti sarebbero stati tre». Strana economicista filosofia della sicurezza, quella del Ministro dell’interno. Perché mai al G8 c’erano 15.000 poliziotti? Perché mai Falcone e Borsellino erano scortati? Perché mai ha una scorta lei, Claudio Scajola?
Sono passati pochi mesi da quando Vittorio Feltri titolava “Sciopero contro il morto” per stigmatizzare quanti avevano la colpa di essere contro la modifica dell’Art.18. E sono passate poche settimane in più da quando un Berlusconi ispirato più del solito, rivolgeva gli occhi al cielo e dichiarava: “La faremo in tuo nome la riforma, da oggi in poi la chiameremo ‘riforma Marco Biagi'”.
Nel mezzo, chi doveva indagare sull’assassinio del professore emiliano, non ha trovato neanche il tempo di studiare il contenuto dei dischi rigidi del professore, che per il solo fatto di essere minacciato da tempo, potrebbero proporre linee di investigazione decisive. Li vogliono trovare davvero i brigatisti rossi a 3 anni dall’omicidio D’Antona?
Scajola, il massimo responsabile della sicurezza in Italia, ha una sola sibillina certezza sulle nuove Brigate Rosse, che dovrebbe sconfiggere: “torneranno a colpire”.