Il Movimento 5 Stelle sta diventando la sublimazione del concetto di catch-all party, il partito pigliatutto, coniato già negli anni Trenta e spesso utile alla comprensione delle crisi dei regimi democratici. Tutti i partiti classicamente indicati come tali, la DC italiana o la CDU tedesca, il PRI messicano, i tucanos brasiliani, il Partito del congresso in India, oggi Macron in Francia, un’ideologia l’hanno o l’hanno avuta, pur rappresentandola come interesse generale e interclassista di una nazione che non prevedeva esclusioni e depurazioni.
Non è questione di demagogia, populismo; è più complicato di così. Erano, a volte sono, partiti sviluppisti, liberali in economia, più di recente neoliberali, alla bisogna capaci di diventare keynesiani dalla sera alla mattina facendo leva sulla spesa pubblica in modo clientelare, con tinte conservatrici, a volte stinte con una patina progressista. In qualche modo i catch-all party, usano in maniera utilitarista un’ideologia esistente invece di farsene guidare. Se ne fece invece guidare la sinistra marxista, che non sopravvisse al Novecento non tanto perché il socialismo abbia dato – ma non sempre – cattiva prova di sé, ma perché inadatta ad un incontro interclassista che è invece il principale vantaggio strategico dei partiti pigliatutto.
Per i 5S (nonostante le singole scelte politiche siano sempre riconducibili alle grandi famiglie politiche ed economiche di tutta l’età moderna) è realmente impossibile individuare una linea ideologica, se non nel vago concetto di gentismo, una presunta volontà popolare cangiante, umorale, soprattutto rabbiosa e intollerante alla complessità, alla quale inchinare tutto. Lo testimonia proprio il rapporto instaurato con la Lega, subalterno quanto si vuole, ma che ha il vantaggio di non contraddire mai quello che non si è davvero sostenuto.
No, non credo sia una questione di totalitarismo o che il M5S comporti un pericolo totalitario in fieri. Continuo a pensare che il pericolo totalitario sia quello della Lega, nella sua ideologia escludente e ormai ultranazionalista, che sfocerà presto in militarismo e in un nuovo secessionismo padano. Al contrario, semmai, quello dei 5S è un totalitarismo alla rovescia, dove tutto vale per il potere e si può vagheggiare di coniugare reddito di cittadinanza e flat-tax o fiutare l’aria e tirar fuori dal cilindro i taxi del mare e i loro miasmi. Senza ideologie (al contrario del loro alleato), o con idee intercambiabili col loro opposto (vedi la questione del gasdotto pugliese o quella del condono fiscale), resta solo il potere per il potere. Che non è affatto poco.