Al TG3 della Lombardia l’autore del servizio scandisce le parole: “un uomo di 30 anni, italiano, ha stuprato una bambina di 13 anni, extracomunitaria, marocchina per la precisione”.
Il giornalista deve pensare di aver fatto un buon lavoro, e probabilmente l’ha fatto. In fondo la notizia è quella: non è stato il cane extracomunitario a mordere l’uomo (la donna) italiano, ma l’uomo italiano a mordere la cagna (una cucciola) extracomunitaria e mi si scusi la crudezza dei termini.
Sono gli altri, quelli che sbattono in prima pagina “cane morde uomo” e nascondono “uomo morde cane” a essere in malafede, ne abbiamo discusso mille volte.
Eppure proprio la sorpresa di trovarmi di fronte ad un’informazione corretta, data correttamente tra i titoli del TG pubblico della più popolosa regione del paese, mi fa percepire l’inadeguatezza, l’insensatezza delle categorie “extracomunitario”, “comunitario”, “italiano” per spiegare i fenomeni della nostra modernità, l’arretratezza culturale che si cela prima di ogni altra cosa nell’individuare nell’immigrato il problema e il pericolo.
Il problema, quanto è banale dirlo, non è la nazionalità di chi stupra, il problema è “uomo violenta bambina”, italiano, marocchino, bulgaro, dovrebbe essere un dettaglio indifferente.
PS: Non preoccupatevi. Su La Padania la notizia non c’è.