Leggo due articoli mainstream di oggi (Corriere e Huffington) giungere a conclusioni a mio modo di vedere opposte rispetto all’evoluzione degli stati (pardon, regioni) in bilico per il Senato. Per il Corriere della Sera Monti deve sperare che Berlusconi vinca in un paio di regioni tra Lombardia, Veneto e Sicilia (caso a parte la Campania dove i problemi per il PD vengono da sinistra). Fin qui ci siamo. Per l’Huffington il forte appoggio alla candidatura Albertini sarebbe il segnale di una guerra senza quartiere di Monti al PD.
In pratica secondo via Solferino a Monti, non potendo vincere, non conviene una belligeranza piena in Lombardia contro nessuno dei due contendenti. Per l’Huffington sta facendo il contrario danneggiando proprio il PD. La questione non è banale, essendoci in ballo 47 senatori ed essendo i sondaggi tuttora inintellegibili ma il punto è: partendo dai bacini elettorali dati, a chi sottrae voti Monti?
Guardiamo alle regionali 2010: Formigoni stravinse con il 56%, Penati si fermò al 33%, due candidati centristi sommarono il 9% (con grillini e Agnoletto al 2.3% a testa). Da questo dato è evidente che c’è un buon 20% di ex-elettori di Formigoni in libera uscita che si distribuiranno tra Monti e Grillo mentre, nonostante Penati, il centro-sinistra si manterrà sui livelli 2010.
A chi scrive appare evidente che tanto più sarà forte la candidatura Albertini (candidato alla Regione e al Senato) tanti più delusi del centro-destra ne saranno attratti. Certo il centro-sinistra ha bisogno di non perdere voti verso la propria destra ma, contando solo prendere un voto in più, tanto più forte è la candidatura Albertini tanto più questa avrà pescato a destra, non a sinistra. La stessa candidatura di Mauro con Monti, sempre in uscita dal PdL è il segno che è Berlusconi che deve temere Albertini, che Lucia Annunziata come sempre o quasi sempre prende lucciole per lanterne e che per la prima volta dopo secoli la partita in Lombardia (e al Senato) è aperta e il centro-sinistra può vincerla.