Mi permetto una modestissima e forse ingenua proposta. Alcuni reati, dalla corruzione al peculato a qualunque atto di un eletto che comporti tra le conseguenze un danno erariale, comporterebbero già in genere l’interdizione (perpetua o meno) dai pubblici uffici.
Tale interdizione però potrebbe prendere un senso più ampio: essere estesa alla privazione di qualunque vitalizio goduto o godibile dal parlamentare o consigliere condannato.
Prendersela con il pregresso non porta da nessuna parte e i vitalizi possono essere eliminati solo per il futuro (ma intanto Trota, Minetti, Fiorito…). Vista però la cronica incapacità dello Stato di farsi restituire il maltolto, che nel caso di danni erariali può ammontare a cifre colossali, almeno un condannato per corruzione o peculato, ovvero chi non ha rispettato la cosa pubblica e si è fatto cogliere con le mani nel sacco, sarebbe interdetto dal beneficiare del vitalizio. Sarebbe una misura ragionevole (il vitalizio spetterebbe solo a chi ha operato con dignità) e permetterebbe di recuperare, pur se a lungo termine, del danno subito.