Fonte ANSA
Otto ambasciate straniere, tre europee, operanti in Colombia hanno presentato una formale denuncia dopo aver ricevuto minacce da un gruppo paramilitare denominato ‘Aquile nere’ che di recente ha avviato le sue operazioni a Bogotà. Lo ha reso noto il quotidiano on-line El Espectador. Si tratta, precisa il giornale telematico, delle rappresentanze di Svezia, Spagna, Canada, Norvegia, Ecuador, Bolivia e Argentina, che ieri hanno formalizzato la loro denuncia davanti all’Ombudsman (Difensore civico) colombiano, dopo averlo fatto presso la Procura generale, la polizia ed il governo nazionale.
Le minacce, che a quanto pare riguardano azioni intraprese da diplomatici in difesa dei diritti umani che non sarebbero di gradimento dell’organizzazione paramilitare, sono venute alla luce poco dopo l’annuncio da parte del comandante della polizia metropolitana di Bogotà, generale Rodolfo Palomino, della riunione di un Consiglio di sicurezza per indagare sull’attività delle ‘Aquile nerè nella capitale. In particolare esponenti di movimenti di difesa dei diritti umani hanno segnalato che nelle ultime settimane almeno quattro sindacalisti sono stati uccisi, mentre sono almeno 50 le persone che hanno ricevuto minacce di morte.
La particolarità che unisce i sindacalisti uccisi, è stato sottolineato, è che tutti avevano aderito alla marcia del 6 marzo scorso per ricordare le vittime dei paramilitari, il fenomeno dei milioni di profughi interni e contro i crimini di Stato. Il 12 marzo scorso è stato diffuso via Internet un comunicato firmato dal comando centrale delle ‘Aquile nere in riarmò in cui si dichiaravano «obiettivi militari» vari «media, ong, ambasciate, parlamentari e cittadini che danno appoggio logistico alla guerriglia» delle Farc e dell’Eln.