Un disturbo bipolare è una sindrome per la quale mentre sei triste diventi felice e viceversa e quelli che ti stanno intorno diventano matti perché non è carino mandarti a quel paese. In politica abbiamo vissuto un grave disturbo bipolare a partire dal ’94, rosso e nero, Occhetto o Berlusconi, Prodi o Berlusconi, Rutelli o… Berlusconi, guelfi e ghibellini fino a che non ci siamo ritrovati tutti guelfi.
Ora però si fa un passo avanti. Il disturbo del bipolarismo diventa tripolare e saremo felici di essere tristi con Silvio Berlusconi o con Walter Veltroni o con Fausto Bertinotti, baloccandoci fino al 13 aprile credendo di poter scegliere. Sarà la cura?
Sicuramente don Walter guarda all’eternità ed ha deciso che solo così potrà essere assunto in cielo tra due ali di Binetti, serafini, cherubini, troni e dominazioni. Lui non guarda al presente e si preoccupa del futuro e non importa che a medio termine, soprattutto dopo cinque anni di Berlusconi, saremo tutti morti. Ha detto "yes we can", come Barak Obama, come fosse lo stesso, perché lui davvero trepida per sapere chi vincerà tra Hillary y Barak. Ha detto "yes we can" e non ha capito che le frasi storiche valgono quando le inventi, non quando le copi e le ripeti a pappagallo. Ha detto "yes we can", ma non ha spiegato quando, che rispetto all’eternità, si capisce, è un dettaglio irrilevante.
Bertinotti, già subcomandante Fausto quando gli zapatisti erano di moda, invece farà un figurone, uomo di classe (in che senso?) forte del suo ruolo istituzionale. Si batterà come un leone, parlerà di disagio sociale, ma non di monnezza. Di capitalismo, ma non di socialismo. Di precarietà ma non di padroni. Di diritti, ma non di chi li azzoppa. Di pace ma non di chi fa la guerra. Anche lui a ben guardare starà tre metri sopra il cielo, lì sull’arcobaleno con i quattro intoccabili pilloloni dei partitini sotto, che sennò, se glieli levi, il burocrate medio dell’ultrasinistra si disorienta, si sbaglia e vota Forza Italia. Quasi quasi era meglio l’ombrello dell’omino di Altan.
Resta Silvio, Silvio nostro, il padreterno che ha detto agli italiani fate schifo, siete ignoranti, volgari, un po’ ladri e pure coglioni, ma ha dato loro una speranza. Infatti ci ha insegnato a fare le corna, a ruttare, fare le battutacce in pubblico e a guardare nelle scollature delle signore. Lo facevamo anche prima, ma la cultura cattocomunista ce ne faceva vergognare. Con lui lo facciamo e lo faremo a testa alta. Mentre il paese va a puttane…
Vi era mancato? Adesso l’attesa sta per finire…