Ancora morti, sempre più morti alla frontiera tra Stati Uniti e Messico, il canale migratorio più importante del pianeta.
Secondo dati del Ministero degli Esteri messicano nel 2007 sono morti almeno 411 cittadini messicani nel tentativo di emigrare negli Stati Uniti. I numeri di questo secolo salgono così a 2.844 vittime dal 2000 ad oggi.
Sono quasi 5.000 i cittadini messicani morti dall’entrata in vigore del Trattato di libero commercio del nord America il primo gennaio 1994, che ha causato la più grande ondata migratoria nella storia delle relazioni tra Messico e Stati Uniti. Dei 411 deceduti del 2007, solo 260 sono stati identificati.
La causa di tante morti è dovuta alla crescente efficacia delle politiche repressive statunitensi contro l’immigrazione clandestina, caratterizzata dalla costruzione del muro della vergogna. I migranti, espulsi soprattutto dalle campagne messicane, che non possono sostenere la concorrenza con l’ultrassistita agricoltura statunitense, lungi dal rinunciare all’emigrazione, sono costretti di volta in volta ad attraversare la frontiera in luoghi più remoti, desertici e inospitali. Sempre più spesso vi trovano la morte. Lo testimonia il fatto che solo 55 sono i morti nel 2007 alla frontiera tra le due Californie, mentre ben 229 sono i decessi nel deserto dell’Arizona.