Esemplare la squalifica di otto turni comminata per insulti razzisti al fortissimo attaccante uruguayano Luís Suárez in forza al Liverpool in Gran Bretagna. Meschino da parte sua cercare di girare la frittata dicendo che in Uruguay “negro” non è un insulto: vero, ma dipende dal contesto.
Dolorosissimo per chi riconosce nella società uruguayana un luogo del mondo che almeno da un secolo e ben più che in Europa il problema dei pregiudizi razziali si è posta. Penoso per chi ha visto sollevare la Coppa Rimet al Maracaná dal grande Obdulio Varela (foto), “el negro jefe”, del quale Suárez è indegno erede.
Venendo all’Italia sarebbe bello vedere un centravanti di grido trattato come un mentecatto (è quanto è meritatamente successo a Suárez in Inghilterra) per un insulto razzista e una partita davvero sospesa al primo coro o al primo “buuu”. Quel giorno sarà una buona notizia.