Faccio cinque brevi considerazioni –non sistematiche e senza alcuna pretesa quantitativa- sui tantissimi twit su Matteo Renzi negli ultimi tre giorni.
1) I twit di quelli che seguivano lo streaming della Leopolda (hashtag #leopolda) erano in maggioranza critici nei confronti del sindaco di Firenze. Quelli di stasera con l’hashtag #chetempochefa sono in maggioranza favorevoli. La deduzione più semplice è che il pubblico dello streaming non era necessariamente fan di Renzi ma tecnologicamente evoluto e interessato alla politica. Quello televisivo pur essendo simile non coincide del tutto.
2) Mi è sembrato di vedere stasera una percentuale maggiore di donne. Non che venerdì e sabato non ce ne fossero, ma mi pare di capire che stasera fossero di più.
3) Quanti sono i numeri reali del twitter italiano? In quanti venerdì sera abbiamo tirato su l’hashtag #occupypd fino a fargli superare quello #leopolda e ad essere il più usato in Italia, salvo sorprendersi che qualche “bimbominkia” (si dice così?) avesse spazzato via oggi tutto levandoci l’illusione che l’Internet italiana smaniasse per la Leopolda e per le sorti del PD. Ancora adesso nessun hashtag politico o televisivo (a parte Zingales dal pomeriggio) è entrato tra i top, ammesso e non concesso che questi siano credibili.
4) Matteo Renzi (quel che penso l’ho scritto qui) si è presentato da Fabio Fazio con un copione scritto da Pieraccioni. Va bene una battuta o fare il simpatico per l’entusiasmo di Gianni Riotta (che usa twitter per dire che la cosa più bella di Renzi è avere la sinistra di nuovo allegra, sic), ma venti battute in dieci minuti fanno davvero pensare ad un nuovo Berlusconi che la butta a ridere per non parlare di politica. Però constato che in Twitter stasera è piaciuto e qualcosa vorrà dire.
5) Uso Pippo Civati (consigliere regionale lombardo, molto attivo in Rete) come cartina tornasole. In twitter parlavano di lui perfino i grandi giornalisti alla Ezio Mauro e lui è stato così bravo (se si fa si nota, eh) da rispondere a tutti o quasi quelli che l’hanno citato. A leggere nelle pieghe di Twitter l’andata o meno di Civati a Firenze sembrava un evento capitale e la bella invenzione #occupypd un fenomeno politico da seguire. I treni che prende Civati, #occupypd e questo genere di risvolti sono ovviamente assenti dal mainstream, i Tg, Fabio Fazio. Vent’anni fa Vittorio Zambardino già la chiamava “autoreferenzialità della Rete”.
Lasciatemi dirazzare. La battuta di Luciana Littizzetto sul figlio di Carla Bruni e Nicolas Sarkozy che non si saprebbe se è figlio di Putin o Berlusconi è stata squallidamente veteromaschilista.