Media mainstream e blog

Luca Conti di Pandemia, pubblica una classifica interessante e border line con uno degli aspetti del giornalismo partecipativo, ovvero del rapporto tra blogger informativi e media mainstream nella costruzione del loro agenda setting.

Senza entrare in questa sede nel merito in senso più ampio, questa classifica, estratta da Wikio, dà alcune piste interessanti. La Repubblica, il quotidiano che storicamente è stato pioniere dell’online, che più ha investito e che più ha strizzato l’occhio alla fornitura di spunti ai (e dai) media nati online e ai blog  (basti pensare a

La Repubblica, il quotidiano che storicamente è stato pioniere dell’online, che più ha investito e che più ha strizzato l’occhio alla fornitura di spunti ai (e dai) media nati online e ai blog  (basti pensare alle gallerie di immagini prese di peso da Flickr), continua ad essere monopolista, anche se il Corriere (che ha imboccato con più titubanza una strada simile, non è più tanto distante. Ma la sorpresa è che i due colossi non distanziano la concorrenza tanto come nei cartacei. Anzi! Al terzo posto c’è il lavoro certosino del primo (o tra i primi) media nato online per l’online, Punto informatico. In generale, tre dei primi dieci media linkati testimoniano un mondo blog ancora parzialmente tech oriented. Tre su dieci, ma poi ci sono due agenzie, Adnkronos e Ansa, a testimoniare la rivoluzione del poter andare direttamente al forno invece che passare dal panettiere, un settimanale e altri due quotidiani.

La Stampa mantiene le sue posizioni cartacee potremmo dire, e forse è deludente per un quotidiano che molto ha puntato sull’online, con i buoni blog delle sue firme di punta. Il caso dell’Unità è diverso. Prima di tornare in edicola, dopo il fallimento del 2000, l’Unità risorse proprio online. Poi c’è Panorama ma non c’è l’Espresso e ovviamente mancano tutti quelli che sclegono di fornire solo contenuti a pagamento o post-datati (l’esempio più ovvio è quello del Manifesto.

Dunque è il sunto, nei primi dieci abbiamo quattro quotidiani e un settimanale, un editore tech e due media nati online, e due agenzie di stampa. Mancano del tutto televisioni e radio, e viene il dubbio che non siano stati considerati. Certo pensare che HTML.it, di fatto una microimpresa rispetto a l’editoriale l’Espresso, riesca a mordere a questa le caviglie fa impressione. E testimonia, una volta di più che una rivoluzione è in atto.