Da L’Unità
Dopo i giudici, anche i libri di testo contro Silvio Berlusconi. Secondo 19 deputati del Pdl, capitanati da Gabriella Carlucci, i testi scolastici di storia, su cui studiano migliaia di ragazzi, nasconderebbero «tentativi subdoli di indottrinamento» per «plagiare» le giovani generazioni «a fini elettorali» dando «una visione ufficiale della storia e dell’attualità asservita a una parte politica», il centrosinistra, «contro la parte politica che ne è antagonista», ossia il centrodestra.
Di fronte a questa situazione definita «vergognosa», secondo i parlamentari del Pdl, il parlamento «non può far finta di non vedere» e per questo chiedono, attraverso una proposta di legge, l’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta «sull’imparzialità dei libri di testo scolastici». Il progetto di legge è stato depositato alla Camera da Carlucci il 18 febbraio scorso e assegnato alla commissione Cultura il 14 marzo. In attesa dell’avvio dell’esame, in questi giorni la proposta è stata sottoscritta da altri membri di partito (ieri si sono aggiunte nuove firme e altre ancora ne stanno arrivando), tra cui il capogruppo Pdl in commissione Cultura, Emerenzio Barbieri.
Nella premessa, gli esponenti di maggioranza si chiedono: «Può la scuola di Stato, quella che paghiamo con i nostri soldi, trasformarsi in una fabbrica di pensiero partigiano?» E la «battaglia partigiana», secondo il firmatari, viene messa in atto «osannando l’attuale schieramento di sinistra» e «gettando fango sui loro avversari». Per «capire la gravità del problema», sostengono i 19 deputati, «basta sfogliare la maggior parte dei libri che oggi troviamo nelle scuole, sui banchi dei nostri figli». Scopo della Commissione d’inchiesta? «Verificare quali sono i libri faziosi- spiega Barbieri- e dargli il tempo di adeguarsi prima di farli ritirare dal mercato, mica mandarli al macero…».
Gli altri firmatari della proposta di legge Carlucci, che mette ‘all’indice’ i libri di testo definiti «partigiani», sono: Barani, Botta, Lisi, Scandroglio, Bergamini, Biasotti, Castiello, Di Cagno Abbrescia, Di Virgilio, Dima, Girlanda, Holzmann, Giulio Marini, Nastri, Sbai, Simeoni e Zacchera. Nella premessa, si fanno alcuni esempi dei testi ‘incriminati’, specificando che «in Italia, negli ultimi cinquant’anni, lo studio della storia è stato spesso sostituito da un puro e semplice tentativo di indottrinamento ideologico» retaggio «dell’idea gramsciana della conquista delle ‘casematte del potere» che «si è propagato attraverso l’insegnamento della storia e della filosofia nelle scuole».
Si cita ‘La storia’ di Della Peruta-Chittolini-Capra, edito da Le Monnier, che descrive «tre personaggi storici: Palmiro Togliatti ‘un uomo politico intelligente, duttile e capace di ampie visioni generalì; Enrico Berlinguer, ‘un uomo di profonda onestà morale e intellettuale, misurato e alieno alla retorica’; Alcide De Gasperi ‘uno statista formatosi nel clima della tradizione politica cattolica’». Ma anche ‘Elementi di storia’ di Camera-Fabietti, edito da Zanichelli, ‘reo’, ad avviso del Pdl, di sostenere che «l’ignominia dei gulag sovietici non è dipesa da questo sacrosanto ideale (il comunismo), ma dal tentativo utopico di tradurlo immediatamente in atto o peggio dalla conversione di Stalin al tradizionale imperialismo». E ancora, la ‘Storia, volume III, di De Bernardi-Guarracino, edito da Bruno Mondadori, per il quale dal 1948 «l’attuazione della Costituzione sarebbe diventato uno degli obiettivi dell’azione politica delle forze di sinistra e democratiche». E si arriva ai tempi più recenti. «Con la caduta del Muro di Berlino e con la fine dell’ideologia comunista in Italia- si precisa nella premessa alla proposta- i tentativi subdoli di indottrinamento restano tali» e anzi «si rafforzano e si scagliano» contro «la parte politica che oggi è antagonista della sinistra», quella guidata da Berlusconi.
Un altro esempio che, secondo i firmatari, «osanna» agli occhi degli studenti i partiti di centrosinistra lo si ritrova ne ‘La storia’ di Della Peruta-Chittolini-Capra, edito da Le Monnier, a proposito del Partito democratico della sinistra: «Il Pds- è scritto- intende proporsi come il polo di aggregazione delle forze democratiche e progressiste italiane» con «un programma di riforme politico sociali miranti a rendere più governabile il Paese». Si tira poi in ballo la descrizione che ‘L’età contemporaneà di Ortoleva-Revelli, edito da Bruno Mondadori, fa di Oscar Luigi Scalfaro: «Dopo aver abbandonato l’esercizio della magistratura per passare all’attività politica nel partito democristiano» si è segnalato «per il rigore morale e la valorizzazione delle istituzioni parlamentari».
Ma il testo che più si distingue «per la quantità di notizie partigiane e propagandistiche» è, secondo i 19 deputati Pdl, quello di Camera e Fabietti. In ‘Elementi di storia’, citano, viene descritta l’attuale presidente del Pd, Rosy Bindi, come la «combattiva europarlamentare» che, ai tempi della militanza nella Democrazia cristiana, sollecitava ad «allontanare dalle cariche di partito» tutti «i propri esponenti inquisiti». E come viene descritto ‘l’antagonista’ Berlusconi? Nel 1994, citano ancora i parlamentari dalle pagine del libro di testo, «con Berlusconi presidente del Consiglio, la democrazia italiana arriva a un passo dal disastro». Secondo gli autori, «l’uso sistematicamente aggressivo dei media, i ripetuti attacchi alla magistratura, alla Direzione generale antimafia, alla Banca d’Italia, alla Corte costituzionale e soprattutto al presidente della Repubblica condotti da Berlusconi e dai suoi portavoce esasperarono le tensioni politiche nel Paese». L’elenco dei libri «naturalmente potrebbe continuare ancora per molto- conclude il Pdl- ma bastano questi esempi per capire la gravità della questione».
Il Pd: «La commissione sui libri antipremier? Fa ridere»
«Se non ci fosse da preoccuparsi ci sarebbe solo da ridere: la notizia di un gruppo di parlamentari del PdL, guidati dall’onorevole Carlucci, che chiede una commissione d’inchiesta su testi scolastici ritenuti troppo ostili al premier, con frasi da ‘indottrinamentò usate per ‘plagiare le mentì si commenta da sola». Lo dice la responsabile scuola del Pd Francesca Puglisi. «Resta lo
spettacolo francamente desolante – sottolinea – di una maggioranza che, in tre anni, ha progressivamente distrutto la scuola pubblica, umiliato chi ci studia, offeso chi ci lavora, sottratto risorse e abbassato tutti gli standard qualitativi. Se davvero avesse voglia di occuparsi di scuola, il Pdl potrebbe ripartire da una di queste emergenze. Diversamente la tentazione sarebbe quella di chiedere, si, una commissione d’inchiesta: ma sulle capacità critiche di alcuni parlamentari». 12 aprile 2011