Sabato sembravano tutti d’accordo (salvo la Lega). Oggi (48 ore dopo, non 6 mesi) sia tra i cosiddetti volenterosi bombardatori che nel governo italiano, sturati dalla Lega Araba, ognuno fa già i suoi distinguo: ma in fondo Gheddafi non era così male… ma poi sti civili che dobbiamo salvare saranno davvero così civili… ma se poi alla fine l’ENI rimane fregata… ma i profughi dove li mettiamo…
Insomma, siamo entrati in guerra perché sì e al passo dei bersaglieri (bei tempi le radiose giornate di quando ci pensavamo per mesi), perché oramai la propaganda è una macchina che va da sola, senza sapere con quali limiti e quali obbiettivi. Nel nostro piccolo ieri avevamo posto tre domande al bushino francese, Nicolas Sarkozy.
Una di queste, quella se l’obbiettivo dell’intervento fosse proteggere i cirenaici o rimuovere Gheddafi, è già esplosa in tutte le sue contraddizioni e le posizioni di quelli, dall’India al Brasile, dalla Germania al Venezuela che dall’inizio chiedono una mediazione, fino a ieri stigmatizzate come imbelli o complici, appaiono ben più solide di quelli che non vedevano l’ora di usare i Mirage o i Tornado.
Intanto sull’intera provincia di Trapani, che campa di turismo e alla quale hanno sequestrato l’aeroporto civile non si sa fino a quando, piovono disdette. Chi paga, Sarkozy?
L’unico fedele alla linea (CCCP) è sempre il Partito Democratico. Ma quello è un caso (umano) a parte.
PS Unico obbiettivo raggiunto: far sparire completamente Fukushima dalle prime pagine dei giornali.