Come gli indiani d’America, come gli ebrei dei ghetti e i palestinesi di Gaza, i curdi hanno sempre torto. Sono passati 87 anni dal trattato di Sèvres, che proclamò l’indipendenza del Kurdistan, e 84 da quello di Losanna che la cancellava senza neanche menzionarlo, e ancora una volta le loro ragioni stridono con la geopolitica e la realpolitik. Gasati da Saddam Hussein, repressi e discriminati in Turchia fino ad esser loro impedito di parlare la loro lingua come ai catalani sotto Franco, traditi da Bush padre, che li fece sollevare e poi li tradì abbandonandoli alla rappresaglia nel ’91, sono utili se fanno funzionare i pozzi di petrolio a Kirkuk, ma sono sempre e solo terroristi se ricordano di esistere. In quanto curdi.