SALUZZO (CN), Sono reduce dal processo ad Angelo del Boca ed al suo “Italiani brava gente?” (Neri Pozza, 2005), tenutosi stamane a Savigliano, nell’ambito del Festivalstoria, organizzato da Angelo d’Orsi, del quale sono ospite.
I processi sono un felice espediente per fare interessare gli studenti medi alla lettura e a tematiche come quelle storiografiche. E così è stato anche in questo caso, in un cinema gremito. Con un corollario interessantissimo. Noi tutti, addetti ai lavori presenti, ci aspettavamo che la pubblica accusa, un quinta di un locale Liceo, nel criticare del Boca facesse propria la retriva tesi tradizionale della maggior bontà degli italiani rispetto agli altri colonizzatori, che provasse a sostenere l’insostenibile tesi negazionista (per esempio dell’eroe delle sinistre, Indro Montanelli) riguardo l’uso di armi critiche o la tesi che va per la maggiore nei talk show che le foibe furono una reazione a sangue freddo degli slavocomunisti titini contro gli italiani che tanto bene avevano fatto in due decenni di italianizzazione forzata e pulizia etnica a quelle felici terre.
E invece no. I ragazzi che sostenevano l’accusa, spiazzando completamente la classe che sosteneva la difesa, hanno attaccato del Boca per così dire… da sinistra, accusandolo di troppa prudenza e circospezione nel denunciare i crimini del militarismo e del colonialismo italiano.
Evidentemente non avevamo considerato che i ragazzi non sono vittime, come noi, di 150 anni di omissioni, terzismi e armadi della vergogna. Ma soprattutto è stato evidente che se gli studenti sono animati a leggere, e leggono, poi sono usi a ragionare con la loro testa. Grave pericolo! O grande speranza?
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