Hanno pranzato insieme ieri a Londra. Nonostante l’assenza di dichiarazioni ufficiali l’accordo sembra fatto: Tony Blair e il suo staff avranno un ruolo (riccamente retribuito) nell’amministrazione di Juan Manuel Santos che entrerà in carica il prossimo 7 agosto.
L’unica (minacciosa) dichiarazione in merito, pur senza citare Blair, è dello stesso Santos in giro per l’Europa dove dopo Blair incontrerà David Cameron, Angela Merkel e José Luís Rodríguez Zapatero (e Silvio nostro?): “la Colombia ha risolto i problemi del narcotraffico, della guerriglia e del paramilitarismo (triplo sic!). Adesso può permettersi una politica internazionale proattiva”.
Tony Blair (dopo un decennio da primo ministro ed essere stato la principale spalla nei crimini di guerra di George Bush) è noto per aver dispensato i suoi milionari consigli nella non risoluzione del conflitto in medio Oriente, nel far guadagnare miliardi a varie multinazionali petrolifere in Iraq, alla JP Morgan e ad alcune famiglie reali del golfo Persico.
E’ evidente che in questo contesto la presenza di Blair al fianco di Santos voglia ancor di più rappresentare un fucile puntato contro l’America latina integrazionista. Dalle basi statunitensi in Colombia partirà con Santos e Blair la guerra totale contro l’indipendenza del Brasile, del Venezuela, dell’Ecuador e della Bolivia?