Ci sarebbe l’ex primo ministro spagnolo di destra, José María Aznar, e soprattutto suo genero Alejandro Agag, dietro l’intero scandalo della Formula1, con la condanna per spionaggio della scuderia britannica McLaren e l’assoluzione dei due piloti, il britannico Hamilton e lo spagnolo Fernando Alonso.
La figura chiave di tutta questa storia è Alejandro Agag (nella foto con Alonso). E’ l’intrigantissimo genero di Aznar, speculatore spericolato, famoso per le nozze imperiali (Silvio Berlusconi può dire “io c’ero”) all’Escorial con la figlia dell’allora primo ministro post-franchista. Appena poche settimana fa Agag, insieme a Flavio Briatore, patron della scuderia Renault e a Bernie Eccleston, capo dell’intera Formula1, hanno acquistato insieme un club calcistico inglese, il QPR, Queens Park Rangers. Poca roba, una sessantina di milioni di Euro, per un club che langue in serie B, rispetto ai soldi che girano in Formula1, ma un sodalizio, Agag, Briatore, Eccleston, molto interessante rispetto alla storia che su GennaroCarotenuto.it raccontiamo oggi.
Infatti, proprio in Formula1 ritroviamo il nostro Agag orchestrare lo scandalo dello spionaggio di McLaren contro la Ferrari, vissuto in Italia come una questione di slealtà sportiva, ma dietro il quale c’è un complicato giro che muoverebbe intorno ad un miliardo di Euro.
L’obbiettivo iniziale di Agag, l’uomo che ha portato la Formula1 a Valencia (la città del Levante più alla moda ed in ascesa di tutta l’Unione Europea, Berlino compresa), era semplicemente far divorziare il pilota Fernando Alonso, che secondo più voci è completamente manipolato da Agag, dalla McLaren, e riportarlo alla Renault di Flavio Briatore, scuderia con la quale si è laureato campione del mondo in due occasioni. Anzi, l’obbiettivo ultimo, il pericolo più grave da sventare, sarebbe stato evitare l’arrivo di Alonso alla scuderia italiana Ferrari.
Il genero di Aznar infatti ha nelle mani la fetta più importante dei grandi sponsor spagnoli, tra i quali Telefónica, Banco Santander e Mutua Madrileña che possono essere fatti fruttare a pieno solo se il pilota asturiano si tiene lontano dai grandi giri di sponsorizzazioni di Gran Bretagna, Germania e Italia. Non solo, Agag ha nelle sue mani i diritti televisivi spagnoli del circuito, un paese che impazzisce per gli sport a motore ed è sempre meno medio e sempre più grande nel muovere denari, soprattutto quando la stella sportiva è un ragazzo del posto, in questo caso il 26enne Alonso.
LA MANIPOLAZIONE DEI MEDIA Il pilota spagnolo sarebbe così stato indotto da Agag al ruolo non ingenuo di gola profonda dello scandalo spionistico (probabilmente ingigantito) e, usando la propria relazione di amicizia e di socio d’affari con Bernie Eccleston, avrebbe pilotato l’assoluzione del pilota nonostante questo sia di fatto reo confesso. A questo punto sarebbe orchestrata perfino la campagna di discredito di Alonso sui mercati inglese, tedesco ed italiano della Formula1, molto più pacata sulla stampa francese e soprattutto spagnola, dove Alonso continua ad essere un eroe. Ed è proprio in Francia, dove regna il terzo socio dell’affare QPR, Flavio Briatore, dove Fernando Alonso dovrà tornare per far fruttare l’intera operazione che ha ridicolizzato l’interesse di decine di milioni di appassionati in tutto il mondo. Se è vera tutta questa storia, la McLaren sarebbe più vittima che colpevole, e la vittima Ferrari risulterebbe in realtà solo una pedina di un gioco più grande, con buona pace dei media italiani che si sono stracciati le vesti per tutta l’estate.
In questo i piloti dovevano essere assolti perché lo spettacolo deve continuare, e nel 2008 deve andare in onda una grande sfida tra franco-spagnoli e anglo-tedeschi, Renault contro McLaren BMW, Alonso contro Hamilton, dove Alonso farebbe la parte del cattivo per il pubblico nordeuropeo, una parte scomoda ma necessaria per la riuscita di ogni copione. La Ferrari, infine, con due piloti bravini ma con scarso appeal mediatico, un finlandese e un brasiliano, sarebbe chiamata a fare da tappezzeria.
Per la famiglia Aznar, che ha concertato un colpo di stato in Venezuela l’11 aprile 2002 e la guerra in Iraq con George Bush e Tony Blair, ed ha mentito spudoratamente agli spagnoli di fronte alle 200 vittime di Atocha, uno scandaletto in Formula1 è ordinaria amministrazione. Ma se segui il flusso del denaro sempre lì andiamo a parare.
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