Pierluigi Battista apre al dibattito sul Socialismo in Venezuela e una perla del Sole24ore

Andrea Picciuolo (con commento mio): le scrivo per segnalarLe, se ve ne fosse bisogno, un articolo apparso oggi sul sito del Corriere della Sera, può trovarlo a questo link.
Mi chiedo e Le chiedo se non sia giunta l’ ora di predisporre delle misure legali che permettano di difendersi dalle calunnie di questi personaggi.
Mi domando anche come mai, ad esempio, l’ ambasciata venezuelana in Italia non possa adire le vie legali per difendersi da accuse prive di qualsiasi fondamento (nell’ articolo che Le segnalo ci sono prodezze del tipo “…Ora il caudillo di Caracas proclama un ritocco costituzionale che semplicemente gli frutterebbe la rielezione a vita come incontrastato presidente del Venezuela. Abroga de iure la proprietà privata già minata da un’ondata di nazionalizzazioni e da un uso spregiudicato dell’arma del petrolio…).

Gennaro Carotenuto: Caro Andrea, non sono d’accordo. Il pezzo di Battista ha un pregio sostanziale: finalmente apre il dibattito sul Socialismo in Venezuela. Tutti gli altri articolisti, nel loro malcelato razzismo, neanche prendono in considerazione l’ipotesi che Chávez faccia sul serio, che Chávez sia una persona seria, con una proposta politica magari non condivisibile ma legittima e seria, quella di realizzare un sistema più giusto al quale dà il nome di “Socialismo del XXI secolo” e che il popolo venezuelano stia cercando un suo cammino senza essere calco e copia di nessun modello importato dal primo mondo, magari consigliato dall’FMI. Figuriamoci… la plebe venezuelana… quando votava per Carlos Andrés Pérez era democratica, adesso che vota per Chávez è manipolata. Figuriamoci, la plebe venezuelana… non sia mai che un europeo possa ammettere che la plebe venezuelana sia matura per eleggere un presidente (che si può anche chiamare Blair o Kohl, Prodi o Berlusconi, tutti dirigenti politici ai quali nessuno ha messo limite) tutte le volte che pensa sia utile eleggerlo!

Certo Battista sa ben poco di Venezuela e America Latina, ed è fermamente nemico di qualunque prospettiva socialista. Ma da giornalista di razza, ha intuito che la questione del “Socialismo del XXI secolo” è una questione che è sul tappeto per restare e teme che presto travalichi dal Venezuela. Perché è sotto gli occhi di tutti che il neoliberismo reale, nel Terzo mondo ha creato solo “fame, morte e distruzione” e anche nel Primo mondo crea più esclusione e ingiustizia sociale.

Per Battista non esiste altra forma di proprietà che quella privata e la difende. Per lui socialismo è solo sinonimo di dispotismo e il fatto che la liberaldemocrazia escludeva tre venezuelani su quattro lo lascia del tutto indifferente.

Detto questo, Battista cita un po’ a casaccio articoli e cose orecchiate in giro. Ed è ovvio che parecchie siano false. Ma lui non disinforma, scrive un’opinione contraria ed anzi è stato lui stesso disinformato da chi sta chissà dove, ma non a Caracas. Ma non importa: Battista prende sul serio la proposta di Chávez e la combatte. Francamente, rispetto ai sicari informativi, ai velinari, i mentitori, i diffamatori, gli irrisori e ridicolizzatori di professione che scrivono nei nostri giornali, Pierluigi Battista è un signore.

PS vale la pena citare almeno una delle tante perle letta in questi giorni sui quotidiani italiani. Il primo premio va al Sole24ore, scritta probabilmente da Alberto Riva, che arriva a scrivere perfino che Chávez avrebbe “osteggiato” la costituzione bolivariana del 1999! Ma questa è solo una balla più ridicola delle tante, Chávez che osteggia la sua stessa Costituzione, ma non è la perla.

La perla è che il Sole scrive che nelle “grandi democrazie latino-americane tutte le costituzioni […] contengono disposizioni che tendono a limitare sempre di più il potere dei presidenti”. E’ una balla enorme e sfido Montezemolo (!) a trovarmi un costituzionalista disposto a sostenere una tesi così infondata. Ma la perla è solo un’espressione, è quel:

“grandi democrazie latino-americane”


“Grandi democrazie latino-americane”??? Avevate mai sentito questa espressione? Io no. E infatti non esiste. Mettete “grandi democrazie latino-americane” in google e scoprirete che l’unica volta che qualcuno ha usato questa espressione in italiano (almeno in Internet) fu nel 2002, quando il settimanale Internazionale la usò, ma solo perché traduceva un articolo di un settimanale cileno.

Insomma, pur di dare addosso a Chávez, perfino quelle che con disprezzo sono sempre definite “Repubbliche delle Banane” diventano un fior di conio: “grandi democrazie latino-americane”.

Francamente patetico!