Con Domenica Trovato, Mirko Del Medico, Stefano Decarli, Luca Romeo, Elena Arcenni, Giuseppe Colucci, Leandro Rufini, Eva La Rosa, Granfranco Coccoli, Luciano Torresani, Filippo Bovo, Eugenio Lorenzano, Andrea Glorioso, Francesca Gisbussi, Fabio Bovi con interventi miei
Giuseppe Colucci: Scrivendo io su una piccola testata on line, ed essendo un convinto sostenitore di Chávez, avevo scritto con estremo disincanto ed un pizzico di delusione (senza risparmiarmi, però, dure critiche al presidente sulla questione), un articolo sull’argomento, prendendo come fonte proprio repubblica.it. Avendo letto la Sua testimonianza su giannimina-latinoamerica.it, ho avuto l’occasione non di correggere, ma per lo meno di riportare entrambe le tesi (con un articolo suppletivo sulla prima pagina di oggi)a beneficio e ad esaltazione della pluralità d’informazione. grazie mille, dieci, cento, mille blog d’informazione indipendente come il Suo e quello del dott. Minà.
Gennaro Carotenuto: Caro Giuseppe, c’è un problema in quello che mi scrivi. I media alternativi non possono rincorrere l’informazione mainstream, magari per riprenderla pedissequamente come avevi fatto tu, di fatto copiando. I media alternativi possono e devono fare due cose: o produrre notizie altre, quelle oscurate, oppure confutare le informazioni dei media mainstream. Ovviamente con fatti, come cerco di fare nel mio piccolo, per esempio andando a vedere la manifestazione contro la chiusura di RCTV e raccontandola. Poi ovviamente, si rischia di essere fuori dal coro, ma si respira anche meglio.
Andrea Glorioso: condividendo in pieno la tua opinione circa la vergognosa condotta dei media nostrani (e non solo) relativamente al Venezuela, non pensi però che ci sia, almeno per una certa parte della nostra sinistra "antagonista" e di "movimento" – qualsiasi cosa ciò significhi oggigiorno, ma spero che ci siamo capiti – anche il rischio di trasformare Chávez nel "migliore" di togliattiana memoria?
Gennaro Carotenuto: Credo sussista il problema contrario, e non perché Chávez non abbia difetti. Soprattutto nella sinistra radicale prevale il pregiudizio antimilitare, duro a morire. E se tu gli nomini Torrijos, Velasco Alvarado e mille altri militari democratici latinoamericani ti guardano a bocca aperta. Non sanno nulla.
Francesca Gisbussi: Magari il paragone è un po’ azzardato ma, al di là degli schieramenti ideologici, forse una vitalità per certi versi simile in Italia si poteva respirare nel dopoguerra, quando la speranza, la voglia di ricostruire e di ritornare a vivere animava il paese e c’era una classe politica all’altezza. Adesso invece pare che anche tra i ragazzi la depressione sia diffusissima, nonostante le condizioni materiali siano di gran lunga migliori di 60 anni fa. Non credo ai ‘si stava meglio quando si stava peggio’, ma forse dopo periodi di grandi sofferenze le persone riescono a tirare fuori le energie migliori.
Domenica Trovato: non sono molto experta su internet, peró sono curiosa e mi piace leggere tutto quello che trovo, al riguardo della situazione del Venezuela mi preocupa molto e mi sento veramente triste ,sono tanti anni che resido quí ed ho vissuto le situazioni e i problemi da tanti anni , mi sento impotente , certo che i politici sono falsi bugiardi e no compiono quello che promettono peró come é possibile che la opposizione del Presidente CHÁVEZ faccia tanto casino é tutte le cose in beneficio dei piú necesitati che fa il presidente , non vengono valorate ,non rinnovare a un canale di TV che é stato tan mediocre , provocando odio tutti i giorni , lasciando indietro la missione di educare , orientare e intratenere con cultura , educazione , adesso non acceta che sbaglió e altri canali si prestano per fare tutto questo casino.
Mirko Del Medico: Sembra che la furiosa campagna antichavista ormai vecchia di anni ma sempre vigorosa e capace di fare molti proseliti, abbia in definitiva vinto, se anche testate dignitose come Punto informatico si permettono di "uscire" con articoli di tal fatta. http://punto-informatico.it/p.aspx?id=2005740&r=PI
Mi chiedo se ci sia ancora la possibilità che in questo paese si discuta della responsabilità sociale dei media, del giornalista come professionista. Mi chiedo se non sia illusorio pensare di poter fare libera informazione in un contesto di falsità e bugie così atrocemente propagandate. Ti saluto e spero (ne sono sicuro) che continuerai a fare luce su un continente che i più vorrebbero in ombra.
Eva La Rosa: Hola! Soy venezolana, ma abito in Italia da moltissimi anni. Non dimentico miei anni vissuti nella mia Venezuela, e i miei ricordi di una Venezuela allegra e serena… magari illusamente sognatrice. Ho ammirato Hugo Chávez e la sua ideologia… ma ora temo, temo che la situazione si stia ritorcendo contro dovuto a strategie populiste e mania di onnipotenza. Ho paura che la libertà sia solo un ricordo…
Stefano Decarli: Le invio la mail che ho appena spedito al direttore di Repubblica Vittorio Zucconi per la sua rubrica "lettere al direttore", su Repubblica.it.
Gentile Direttore,
Trovo le sue risposte abbastanza patetiche perchè sono convinto che lei sa benissimo che quello che dice sono falsità, anche perchè se non fosse informato sui fatti il suo giornale avrebbe un incompetente alla guida. Mi riferisco in particolare a due lettere da lei ricevute, ovvero "I dittatori più uguali degli altri" e "Libere antenne in libero stato", pubblicate il 29 maggio sulla sua rubrica on line.
Riguardo alla prima devo comunicarle che il Presidente del Venezuela Hugo Rafael Chávez Frias è stato eletto regolarmente nel 1998, rieletto nel 2000 e riconfermato nel 2006 con elezioni libere regolari e senz’altro più sicure di quelle avvenute qua in Italia, basta vedere il metodo usato per il conteggio e la verifica. Inoltre la sua vittoria è stata riconosciuta da tutti gli osservatori internazionali presenti e anche dal capo dell’opposizione Manuel Rosales, il quale in un primo momento aveva gridato ai brogli ma, poco dopo, ha affermato che "Qualcuno mi spingeva a mentire al popolo. Ma io non mentirò al popolo e per questo ammetto di avere perso".
La sua risposta alla seconda lettera è a dir poco incredibile, gliela ricordo:
"Ma perché lei mi vuole costringere a mettere un’antenna satellitare soltanto per vedere il TG4 quando sono in Italia? E’ l’ultima trasmissione di satira antiberlusconiana davvero efficace ed esilarante che si riesca a vedere via etere?"
Ma si rende conto di quello che dice? Oltre a svicolare dall’argomento principale in modo quasi offensivo, come se chi stesse leggendo fosse un totale imbecille, lei dichiara che vivere nell’illegalità è giusto e che chi ha acquisito un determinato diritto in concessione temporanea fa bene a tenerselo, in barba ad altri che potrebbero usufruirne e magari farne un uso migliore. Oltretutto se una rete come RCTV, che ha sostenuto, non solo mediaticamente, il golpe del 2002, fosse stata presente in qualunque stato europeo non avrebbero neanche aspettato la fine della concessione per farla chiudere. Si immagini che domani stesso una qualunque rete privata in Italia cominciasse a sostenere il colpo di stato contro il Governo democraticamente eletto, magari organizzando scioperi di grandi settori produttivi mettendo in crisi il paese, lei cosa direbbe? Direbbe che è "pluralismo dell’informazione"? Che è meglio lasciarli stare perchè non ha voglia di mettere un antenna satellitare sul tetto?
Il Venezuela ha molti problemi ancora, è vero, e il presidente non è perfetto però io preferirei eleggere un "dittatore" come Hugo Chávez che ha il coraggio di sostenere le proprie idee, che ha il coraggio di parlare al Papa come suo pari e di pretenderne pubbliche scuse, che sa fare le riforme che servono ad un paese, piuttosto che tenermi un’accozzaglia di parassiti e burocrati corrotti e autoreferenziali quali sono i nostri politici, sempre con al guinzaglio tutti i giornali, pagati dallo Stato e cioè da noi con le "sovvenzioni", e le televisioni del paese e che di fatto, quindi, ci impediscono di conoscere la verità, la manipolano e ce la propinano come una pappina molle (parole di Marco Travaglio, che scrive pure su Repubblica). Non ho idea di come faccia lei ad essere in pace con la sua coscienza di giornalista.
Luca Romeo: Di seguito invio il testo di una mia lettera al direttore di Repubblica dopo l’ennesimo articolo diffamante nei confronti del Venezuela.
Caro direttore, sono un assiduo lettore di Repubblica.it, già in passato ho segnalato alla vostra redazione errori e refusi che ogni tanto fanno capolino nelle vostre pagine, tutti risolti con celerità; la presente invece è per segnalare un grave errore che purtroppo non si può considerare casuale, poichè si perpetua ormai da giorni, nella sezione steri, parlando del Venezuela, si cita il caso della televisione nazionale RCTV, insistendo scorrettamente sul fatto che questa tv sarebbe stata "chiusa" dal presidente Chávez; poichè io ho la fortuna di poter ricevere altre informazioni, anche di prima mano, su diversi argomenti, compreso il Venezuela, ritengo faziose e incomplete le vostre affermazioni.
Per prima cosa RCTV non chiude, ma viene trasferita sul satellite e sul cavo, so che in Italia c’è una generalizzata avversione nel trasferire reti televisive sul satellite, tanto da ignorare le sentenze dalla corte costituzionale più e più volte indipendentemente dal governo in carica, ma così non è all’estero, dove le sentenze vengono rispettate, sia dai privati cittadini che dai pubblici uffici.
Altra inesattezza che è possibile rilevare nei vostri articoli è quella che riferisce del numero di tv nazionali in mano ai privati, nei primi articoli RCTV era indicata come unica emittente a rilevanza nazionale, poi si è aggiunto un canale all news, oggi si legge che con la chiusura di RCTV resta solo una emittente nazionale oltre a quella All news, sarebbe il caso di decidere, intanto è facile trovare informazioni sulle 4 (quattro) tv nazionali private, e sui suoi finanziatori, tutti direttamente o indirettamente coinvolti politicamente con l’opposizione.
Si parla inoltre nei vostri articoli di come Chávez "accusava anche di aver simpatizzato con il colpo di stato che cinque anni fa l’aveva spodestato per due giorni" l’emittente RCTV. Sebbene sia lecito in Italia aspettarsi delle affermazioni tanto gravi non suffragate dai fatti, lo stesso non si può dire per altri stati, le registrazioni parlano chiaro, la tv ha partecipato attivamente al colpo di stato, e nessuna rappresaglia è stata presa nei confronti della stessa.
Lo spostamento su altri mezzi di diffusione rientra in un piano di riorganizzazione dell’emittenza nazionale, non imposta da Chávez, ma da lui ispirata (il compito di un presidente è proprio quello se non mi sbaglio), operazione avallata da tutti gli organi di controllo venezuelani, primo fra tutti la corte suprema.
Consiglio quindi una maggiore attenzione nel parlare di argomenti così delicati, poichè i media hanno al giorno d’oggi una grande responsabilità, in quanto ormai unico mezzo di acculturamento di massa. Ritengo che i giornalisti dovrebbero avere un grado di conoscenza della realtà superiore alla norma, vedere uno dei più grandi giornali del nostro paese, adagiarsi sulle posizioni che assumono molti media internazionali, spesso pilotati, senza approfondire in proprio un argomento, creano un elevato grado di sfiducia nelle persone. Di questi giorni è di moda, grazie anche ai vostri editoriali, parlare della sfiducia delle persone nei riguardi della politica; io credo che se ci fosse un modo per misurare realmente il livello di sfiducia della gente, i giornalisti avrebbero molto più di che preoccuparsi rispetto ai politici.
Elena Arcenni: E’ incredibile la crociata per il pluralismo d’informazione che Lei sta portando avanti, ed è ancora più incredibile la voce unitaria e superficiale che arriva dai nostri media. D’altronde "la scomparsa dei fatti" di Marco Travaglio insegna.
Leandro Rufini: Chi ricorda Federico Aldrovandi? Era un diciottenne brutalmente ammazzato nel 2005 da quattro poliziotti fuori controllo. Oggi alla vigilia del Processo che vede i quattro agenti imputati di omicidio colposo, emergono importanti novità sui depistaggi messi in atto da tutto l’apparato investigativo compresa la "Scientifica". Domanda semplice a vari sputasentenze anti-Chávez e pro-RCTV di casa nostra: Sapete chi era Federico Aldrovandi e cosa gli è accaduto? Perché tanti anni di silenzio? Perché non informare ora invece di pensare al "dispotico" Chávez? Ovviamente sono domande retoriche!
Luciano Torresani: Dopo la sequela di fandonie perpetrate dalla stampa nazionale riguardo al caso RCTV, ho avuto l’occasione, ascoltando un programma radio decisamente esaustivo in materia ("esteri"Radio Popolare di recepire interessanti informazioni riguardo stazioni televisive e radiofoniche completamente oscurate(e non spostate sulla programmazione satellitare)in altri paesi del subcontinente,ad esempio Messico ed Equador.
Purtroppo non ho una memoria tale da ricordare con precisione i soggetti in questione ma ponendomi una domanda cruciale: Dov’erano i media quando avveniva tutto ciò? Ti chiedo se possibile un piccolo aiuto e un’opinione considerando la tua profonda conoscenza del sudamerica nonchè i nomi delle emittenti oscurate ed il motivo di tali gesti.
Filippo Bovo: In questi giorni, ieri soprattutto, la RAI ha mandato in onda i disordini che si sono verificati a Caracas in occasione del trasferimento di RCTV su satellite e cavo. Non so se lo abbiano fatto anche i TG Mediaset, perchè non li guardo mai, ma metto la mano sul fuoco che quelle immagini sono state trasmesse anche da loro.
Ebbene, ho la netta impressione che la RAI c’abbia propinato immagini false: auto incendiate, giovani che gridavano, insieme a donne che piangevano davanti alle ultime scene di RCTV in tv prima dell’oscuramento, il tutto con un montaggio estremamente approssimativo… Chissà perchè ma sospetto che quelle immagini appartengano al tentato golpe dell’11 aprile 2002 e che la RAI ce le voglia spacciare per proteste anti Chávez e filo RCTV.
Gennaro Carotenuto: Non posso saperlo. Ma di sicuro la CNN ha utilizzato immagini di una manifestazione per la libertà di stampa in Messico nella quale si vede perfino il funerale di un giornalista ammazzato spacciandole per manifestazioni venezuelane per RCTV. Questo è il livello di CNN.
Eugenio Lorenzano: La ringrazio ancora una volta per la sua informazione specifica sulla vicenda Rctv. Veramente corretto ed encomiabile ciò che Lei ha scritto ! C’è però qualcosa in più da dire a riguardo di Rctv… mi riferisco che durante le ore del tentato golpe (poi fallito) dell’Aprile 2002 Rctv come Venevision e Globovision trasmetteva esclusivamente cartoni animati e concerti di musica classica. Nello specifico il cartone animato più gettonato in quelle ore fu "Tom & Jerry" tanto che Eduardo Galeano scrisse un memorabile editoriale su "Il Manifesto" dal titolo "Chávez contro Tom & Jerry".
Lavoro come guida turistica e/o accompagnatore turistico, e sporadicissimamente come giornalista pubblicista ….ma sono veramente disgustato dalla dittatura mediatica nella quale viviamo. TG3 avrebbe meritato l’espulsione coatta dell’intera redazione per come si comportò in occasione del tentato golpe dell’121 Aprile. I fatti di Caracas ce li raccontava Flavio Fusi da New York….sic !
Fabio Bovi: Stamattina mi hanno scritto alcuni "utenti" di FabioNEws chiedendomi informazioni su COSA STAVA SUCCEDENDO in Venezuela…
Ho pensato ci fosse stato un colpo di stato o qualche rivolta popolare… poi ho capito che si trattava SOLO della TV. Ennesima dimostrazione di come per la stragrande maggioranza della popolazione la gravità di un fatto non dipende assolutamente dal fatto stesso ma dall’importanza che di questo fatto vogliono darne i MEDIA. La percezione che il 90% delle persona ha del mondo che li circonda E" controllata dal sistema mediatico. In Venezuela Chávez può fare quello che vuole per render e più democratico il paese ma continuerà ad essere un pericoloso populista che gestisce un regime autoritario e repressivo … finché i nostro amati Media decideranno che questa e’ la "realtà"!