Chiunque cagiona la morte del coniuge, della figlia o della sorella, nell’atto in cui ne scopre la illegittima relazione carnale e nello stato d’ira determinato dall’offesa recata all’onor suo o della famiglia, è punito con la reclusione da tre a sette anni. Alla stessa pena soggiace chi, nelle dette circostanze, cagiona la morte della persona che sia in illegittima relazione carnale col coniuge, con la figlia o con la sorella.
Il caso del “femminicidio” di Marsciano (Perugia), dove una giovane madre incinta di otto mesi, Barbara Cicioni, è stata ammazzata di botte, e per il suo assassinio è stato arrestato il marito, Roberto Spaccino, incriminato per omicidio e maltrattamenti, necessita l’impegno immediato della società civile.
La rassegna stampa di Radio3 porta una notizia che fa sobbalzare. Siccome il movente sarebbe la gelosia e in specie Spaccino avrebbe accusato la moglie di aspettare un figlio non suo, il magistrato ha disposto l’esame del DNA sul feto.
Un moto di sorpresa viene sostituito immediatamente dallo sdegno.
Esame del DNA per far cosa? Per accertare se i timori dell’assassino di avere “le corna” erano fondati? E se fosse? Sarebbe un’attenuante ai fini processuali?
E se fosse un’attenuante allora dovremmo dedurre che la magistratura umbra ha ristabilito il delitto d’onore, abolito con estremo ritardo su tutto il mondo civile appena il 5 agosto 1981, sembra un secolo?
Che Spaccino abbia “ragione” o no, la paternità del feto è del tutto irrilevante a fini processuali e quell’esame è l’ultimo insulto a Barbara Cicioni e alla privatezza di lei e perfino della bambina.
Questo paese mostra sempre più segni di involuzione. A quando la reintroduzione dell’Art. 559 del Codice Rocco che puniva l’adulterio della moglie, ma non del marito, o quello del “matrimonio riparatore” che nel Codice Zanardelli estingueva la violenza carnale?
Quell’esame del DNA, irrilevante processualmente e indegno culturalmente, va fermato. A volte avvengono episodi apparentemente marginali, nei quali una società intera deve rivoltarsi e deve dire basta. Poi potrebbe essere troppo tardi.
Parole chiave: Italia, violenza domestica, delitto d’onore, DNA, Umbria, Perugia, Marsciano, Roberto Spaccino, Barbara Cicioni
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