Il presidente della FIFA, Joseph Blatter, ha annunciato a Zurigo che le partite in altura, che si giocano da 100 anni, sono dal primo giugno proibite. Sono colpiti stadi internazionali di cinque paesi, Messico, Colombia, Ecuador, Perù e Bolivia ma soprattutto quelli di tre capitali, Quito, La Paz e Bogotá che da ora in avanti potranno veder giocare le loro nazionali, e i loro club impegnati in incontri internazionali, solo in televisione.
Secondo l’ineffabile Blatter, gravissimi motivi di salute obbligano a proibire il calcio oltre i 2.500 metri di quota. L’altura causa mal di testa, nausea, incremento della diuresi, abbassamenti di pressione e maggiore affaticamento. "Dobbiamo pensare alla salute dei giocatori" ha detto Blatter, anche se non risulta che sia mai morto qualcuno dopo una partita giocata al Cusco o a Quito.
Allo stesso modo si dovrebbe proibire il calcio a Mosca perché fa troppo freddo e fa venire il raffreddore, a Londra perché è troppo umido e fa male alle ossa, al Cairo perché fa troppo caldo, o a Nuova York per manifesta incompetenza del pubblico. Giocare a Los Angeles con 42 gradi a mezzogiorno invece non ha mai fatto male a nessuno per Blatter, come successe durante i mondiali del 1990.
Niente più calcio dunque per il Toluca (2.667 m.), una delle più forti squadre messicane, o per la squadra del Cusco (3.399 m.) arrivata l’anno scorso in finale della seconda coppa per club del sudamerica. A queste si aggiungono tre capitali, Quito (2.850 m.), La Paz (3.593 m.) e Bogotà (2.640 m.), che da cent’anni ospitano le loro nazionali.
"Il calcio è parte della cultura dei popoli, che hanno diritto di giocare lì dove vivono", ha dichiarato il presidente del poderoso Wilstermann di Cochabamba che dovrà giocare in campo neutro (e per sempre) la prossima Coppa sudamericana. Dal Perù si accusano le potenti federazioni argentina e brasiliana di essere dietro la decisione di Blatter. E’ evidente che il calcio andino è un calcio povero ma con grandi tradizioni. Soprattutto la Bolivia si è avvantaggiata della grande altura di La Paz. Per decenni gli avversari avevano ovviato trovando il modo di arrivare in Bolivia con un paio di giorni di anticipo. Tanto basta per abituarsi. Ma il calcio moderno non può aspettare.
Fonte: TELESUR
Parole chiave: Calcio, paesi andini, Joseph Blatter, Messico, Colombia, Ecuador, Perù, Bolivia
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