Il presidente colombiano Álvaro Uribe (con Lula nella foto) sta realizzando un viaggio lampo in tutto il continente per giustificare la concessione del proprio governo di sette basi statunitensi che rappresentano un fucile puntato contro tutto il Continente ma soprattutto contro la leadership brasiliana. A parte l’appoggio (misurato a onor del vero) del peruviano Alan García ha finora ottenuto solo la neutralità di Fernando Lugo e il dissenso, preoccupazione, rifiuto di tutti gli altri.
La formula scelta è tipica del vortice di incontri bilaterali e multilaterali dell’America latina di questi anni. Il presidente colombiano Uribe non vuole partecipare al vertice di Unasur del prossimo 10 agosto a Quito, che si sarebbe trasformato in un processo che lo avrebbe visto sul banco degli imputati, ma preferisce affrontare un visibilissimo tour de force che in poco più di 48 ore lo porta in quasi tutto il continente a spiegare quello che non si può spiegare: perché ha scelto di trasformare la Colombia in una portaerei statunitense in un Continente oramai compatto nel rifiutare le ingerenze militari straniere e nel darsi strutture di difesa comuni.
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