Beppe Grillo non si è potuto iscrivere al PD perché “proveniente da un movimento politico ostile”, la qual cosa suona un po’ criptica come quando George W Bush mise nella lista delle organizzazioni terroristiche tutti gli indigeni latinoamericani. Ma cosa vuol dire provenire da un “movimento politico ostile”?
Qualcuno mi spiega per esempio perché contemporaneamente all’esclusione di Beppe Grillo hanno steso il tappeto rosso per l’ex lady Carroccio Alessandra Guerra (nella foto come comiziante leghista e in posa equivoca con Silvio Berlusconi), la cosiddetta “pasionaria leghista”, già presidente in camicia verde della giunta regionale del Friuli Venezia Giulia?
La Lega Nord non è un “movimento politico ostile”?
Oltretutto sull’iscrizione della Guerra ripugna un dettaglio. In molti hanno ironizzato (con toni non vagamente antimeridionali) sul fatto che la tessera a Beppe Grillo fosse stata data dal presidente di un circolo del PD di Paternopoli, in Irpinia.
Ammesso e non concesso, leggo dalle cronache che l’iscrizione della Guerra sia avvenuta in condizioni ancora meno ponderate. Infatti tale Daniele Bezzo, presidente del circolo PD del paesello di Tricesimo, avrebbe ricevuto una telefonata della Guerra e dichiara: “Abbiamo parlato un po’, bevendo un aperitivo. Era determinata, convinta. Sono bastate poche parole per convincermi”.
A volergli credere (sarà andata proprio così?) contento lui, contenti tutti. Se poi a qualcun altro dei 600.000 iscritti al Piddì dovesse ripugnare stare nello stesso partito con lady Carroccio e dovesse addirittura considerare il partito di Borghezio e Matteo Salvini un “movimento politico ostile” (all’Italia, alla civiltà, alla democrazia) se ne faccia una ragione: il PD è un partito aperto a tutti, perfino alla feccia leghista e poi lo ha deciso nella sua infinita saggezza il compagno Bezzo davanti a un aperitivo (siamo sicuri fosse almeno sobrio?) senza che il fantomatico comitato dei garanti presieduto da Luigi Berlinguer abbia avuto niente da dire.