Ho attraversato in macchina l’Italia nel pomeriggio-sera e per la prima volta da tempo immemorabile ho deciso di ascoltare Zapping, il programma di Radio1 condotto da Aldo Forbice. Non ha neanche più la necessità di fingersi imparziale come un tempo. Del resto con quella banda di squadristi che ha come ospiti sarebbe difficile e tanto vale gettare la maschera.
La madonna pellegrina Marina Salomon tutta contrita ci spiegava che per salvare i nostri figli e nipoti bisogna licenziare i dipendenti pubblici e non è mancato l’evergreen dell’attacco all’indulto di Prodi.
Aldo Forbice poi è così peloso ed ipocrita da far diventare sospetta pure la povera Clotilde Reiss [il caso della quale seguo privatamente perché amica di amici], scandalosamente incarcerata a Teheran.
Il Guardian poi veniva descritto come la Pravda, innumerevoli telefonate ed interventi erano dedicati a delegittimare il quotidiano inglese, “i corrispondenti esteri sono giornalisti che non hanno voglia di lavorare e copiano da certi giornali italiani” ha detto un anziano signore, “ecco vedete –ha commentato l’ineffabile conduttore- questa è la dimostrazione che la gente non si fa abbindolare”.
Una cosa sola non è riuscita ad Aldo Forbice… tra i compiti istituzionali che si era dato oggi c’era quello di dover salvare la faccia alla feccia leghista di Matteo Salvini e ha preparato un assist per Livio Caputo, destrissimo editorialista de “Il Giornale” al quale si chiedevano parole assolutorie. “Ma è davvero così razzista come lo descrivono questo ragazzo?” ha domandato Forbice in attesa della stoccata di Caputo.
Questo per una volta non si è messo l’elmetto: “ma… sai… io Salvini l’ho conosciuto [vediamo che inventa ti dici]… secondo me è uno che è salito troppo in alto senza prima crescere” …e giuro che non suonava assolutorio. La feccia padana Salvini, che al siciliano Forbice va benissimo, era troppo perfino per Livio Caputo.