Francesco Zurlo: su un numero di Latinoamerica di qualche tempo fa, in un articolo di Gianni Minà, lessi che i Radicali Italiani stavano costituendo (o avevano costituito) un organismo collegato al NED americano. E’ vero? Perché se fosse così, ben si capirebbero certe esternazioni della Bonino su Chávez, commentate anche in questo blog qualche tempo fa…
Gennaro Carotenuto: Non credo sia andato in porto. L’ "Organizzazione mondiale delle democrazie", una pseudoriforma dell’ONU voluta da Emma Bonino in modo che gli Occidentali potessero monopolizzarla definitivamente, è abortita anni fa. Allo stesso modo non credo nascerà mai l’ “Italian and European Endowment for Democracy” che era una boutade elettorale della Rosa nel Pugno e una testimonianza in più del colonialismo mentale del quale è vittima il Partito Radicale.
In ogni caso la sinergia tra Partito Radicale e organizzazioni come il NED e Freedom House è totale. Matteo Mecacci, uomo di raccordo tra i radicali e il governo statunitense, tanto da trovare ampio spazio sulle pagine del quotidiano di riferimento del Pentagono e di Donald Rumsfeld, il Washington Times (quello che parla di "asse del male latinoamericano da colpire"), lavora in continuo raccordo tanto con Freedom House che con il National Endowment for Democracy (NED). Addirittura, sulle pagine de Il Foglio il 10 dicembre 2004, Mecacci stesso si vantava che fosse il Partito Radicale a spingere all’azione Freedom House. Quest’ultima è una mangiatoia bassa e comoda alla quale Bush ha raddoppiato i fondi con il compito di "esportare democrazia", ovviamente alla maniera neoconservatrice. Alle molte iniziative congiunte organizzate da Mecacci partecipano noti democratici come il membro della loggia P2, Gustavo Selva.
Per quanto riguarda il Venezuela, ufficialmente (ovvero solo alla luce del sole), nei soli anni 2003 e 2004, il NED ha finanziato gruppi di opposizione venezuelani con la bella somma di 1 milione 920.707 dollari. Tra questi, il NED finanzia anche gruppi apertamente golpisti come Súmate e bisognerebbe domandarsi come ciò si concili con l’"esportare democrazia" che sta tanto a cuore tanto a Bush che di concerto al Partito Radicale. Ovviamente non sorprende che poi il Partito Radicale acquisisca pedissequamente perfino il linguaggio e la prassi dei circoli golpisti venezuelani e statunitensi.
Matteo Mecacci non è una figura marginale. Uomo di Capezzone, ospitato spesso sulle pagine de Il Foglio, non è molto noto in Italia, ma è un pezzo da 90 nel partito proprio per il suo ruolo negli Stati Uniti dove pomposamente si definisce “ambasciatore del Partito Radicale alle Nazioni Unite”. Mecacci vede il governo venezuelano democraticamente eletto il 3 dicembre come il fumo negli occhi e partecipa attivamente alle campagne di menzogne contro di questo in combutta con il NED, la Freedom House, e gruppi editoriali come Prisa spagnolo o l’italiano L’Espresso.
In particolare Matteo Mecacci, in una recente intervista concordata con il quotidiano di Forza Italia L’opinione mente sapendo di mentire sul Venezuela, utilizzando fonti e manipolazioni di provenienza Pentagono, addirittura per attaccare da destra il governo italiano –del quale il suo partito è parte della maggioranza- colpevole, chissà… di non bombardare Caracas. In particolare mente Matteo Mecacci quando afferma che il Venezuela sarebbe uno stato militarista. E’ noto che il Venezuela spende appena l’1.55% per cento in armamenti, esattamente la media continentale, contro il 4.5% del Cile, che invece sarebbe uno stato pacifista. E’ vero dunque l’esatto contrario di quanto afferma Mecacci e basterebbe essere intellettualmente onesti per non incorrere in tali "sviste". L’esercito venezuelano è uno dei pochi eserciti al mondo ad aver trovato dentro di sé gli anticorpi per reagire e contribuire a sconfiggere il golpe dell’11 aprile 2002, nel quale, NED, Freedom House, eccetera non erano per niente estranei.
Inoltre Matteo Mecacci è dimostrabilmente un bugiardo quando afferma che Chávez "vuol diventare Presidente a vita". Come è noto a chiunque sia in buona fede, Chávez vuole semplicemente sottoporre a referendum la proposta di eliminare il limite di due elezioni per potersi ricandidare nel 2013, cosa che con molto meno scandalo vuol fare in altrettanto pieno diritto anche Tabaré Vázquez in Uruguay. "It’s democracy, stupid", direbbe Bill Clinton, ma evidentemente per il Partito Radicale è democrazia solo quello che risponde agli interessi degli Stati Uniti d’America.
E’ logorante dover replicare ad argomentazioni interamente false come quelle del Partito Radicale e di molti altri sul Venezuela. Soprattutto non è facile rimediare ai danni fatti in malafede da chi può beneficiare di media ad alta diffusione; nel lettore si sarà comunque instaurato il dubbio. La tecnica del Mecacci di turno del resto la usava anche Goebbels.
Parole chiave: Partito Radicale, National Endowment for Democracy, Freedom House, Venezuela, Matteo Mecacci, Hugo Chávez, P2, Gustavo Selva