E’ dunque confermato solo oggi il nome del primo morto accertato per il colpo di stato in Honduras. Si tratta di César Ham (nella foto) parlamentare di Unión Democrática e tra quelli che più si erano spesi in questi mesi per il sogno del referendum per un’Assemblea Costituente nel paese come forma per arrivare a un cambiamento reale e pacifico in Honduras.
E’ stato assassinato a bruciapelo al momento del sequestro da parte di un commando golpista già domenica mattina. La stampa che nega che il motivo del golpe sia l’Assemblea costituente preferendo sposare le tesi golpiste sulla rielezione di Mel Zelaya si fa complice dell’assassinio di César Ham.
ULTIMORA: secondo Telesur vi sarebbe un secondo morto. Si tratta di un lavoratore della Unitel, Ulises Rosel, di 30 anni, ucciso nelle vicinanze del palazzo presidenziale, mentre almeno sette persone arrestate nelle ultime ore risultano desaparecide. Continuano rumori sul fatto che il quarto battaglione di fanteria si sarebbe ribellato ai golpisti, ma onestemente, con queste notizie, abbiamo già dato l’11 settembre 1973 con l’esercito liberatore del Generale Carlos Prats, inventata di sana pianta da Radio Mosca.
I più attenti tra i lettori di Giornalismo partecipativo me ne hanno chiesto conto in privato. Per circa 20 minuti già domenica a metà pomeriggio avevamo dato la notizia dell’assassinio di César Ham, poi una smentita che abbiamo considerato credibile ci ha indotto a cancellare l’articolo. Credo tuttora di avere fatto bene. Anche in queste ore, nelle quali cerchiamo con le nostre piccole forze di supplire al dovere democratico di informare sul golpe in Honduras, del quale si parla, ma in maniera subdola, condannandolo apparentemente ma giustificandolo ripetendo all’infinito le motivazioni dei golpisti, la forma di informazione che induce i media a pubblicare sempre la più clamorosa delle notizie (e tanto poi forse si smentirà) non ci appartiene (gc).