Paolo Gardella: […] leggo spesso il nome di Ciai nei suoi articoli, di frequente più volte in uno stesso articololo.
Personalmente condivido il suo punto di vista su certi elementi della sinistra italiana e mondiale che meriterebbero di essere classificati come appartenenti al centro-destra, ma la mia idea è che queste così ripetitive citazioni risultino controproducenti perchè interpretabili come “attacco personale” di cui i progressisti sono spesso accusati da chi non vuol carpire l’universalità di certe idee. […]
Gennaro Carotenuto: Caro Gardella, il lavoro di informazione che cerco di fare per l’Italia viene fatto per esempio da Pascual Serrano per quanto riguarda il Grupo Prisa (El País) in Spagna. In nessun modo si tratta di questioni personali, ma dell’indispensabile denuncia di informazioni false e tendenziose sull’America Latina che nascondono ben altri interessi, interni ed internazionali. Quando il signor Alessandro Oppes, sulle pagine de La Repubblica si permette -in maniera gratuita ed in totale malafede- di insinuare il dubbio sulla colpevolezza di uno dei piú efferati terroristi del XX secolo, Luís Posada Carriles, dovremmo ometterne il nome? Quando tanto l’Editoriale l’Espresso come il TG1 Rai (Gianni Riotta) utilizzano Moises Naim come opinionista, nascondendo chi sia veramente questo signore al loro pubblico, dovremmo dire il peccato ma non il peccatore? Quando Omero Ciai monta una campagna di stampa inventando un presunto “militarismo venezuelano”, non va citato? E’ pleonastico dire che non mi interessa Ciai, ma chi scrive di America Latina per il maggior gruppo editoriale di centrosinistra italiano. Dal mio osservatorio, in questo momento messicano, vedo con chiarezza il replicarsi di fenomeni strumentali: alcuni sedicenti esperti, Naim, Petkoff, Montaner pagato dalla CIA… vengono intervistati sempre dagli stessi giornalisti per attaccare sempre gli stessi governi, in particolare il piú pericoloso di tutti, quello che sta usando il petrolio non per intascarselo come hanno fatto i predecessori ma per fare redistribuzione e integrazione regionale. Come posso non notare che certe penne lo attaccano sempre in maniera strumentale? Tra pochi giorni si vota in Venezuela. Io saró lontano dall’Italia, ma come saranno informati gli italiani su Chávez e sul fenomeno politico alle sue spalle? El País ha giá intervistato Petkoff un paio di giorni fa. Scommettiamo che di qui a pochi giorni lo intervisterá anche Ciai? E che al 99% sará l’unico esperto di questioni venezuelane che sentirá, affidando per l’ennesima volta al suo rancore antichavista il compito di creare opinione pubblica in Italia?
E come posso non notare che tutto questo fa sempre il gioco degli stessi due o tre colossi mediatici, per i quali tutti i governi di centrosinistra latinoamericani sono un pericolo? Nomi e cognomi se permetti: Carlos Slim, Gustavo Cisneros, e soprattutto Jesús de Polanco, il presidente del grupo Prisa, tutti potenti veri, i veri Citizen Kane di questa storia. Altro che Omero Ciai o Angela Nocioni o Rocco Cotroneo o Alessandro Oppes: perejiles!
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