Anna Mucci: la scorsa sera mi sono imbattuta mio malgrado nella puntata de "il treno dei desideri",l’ennesimo programma già visto che realizza i sogni degli italiani che in cambio sono disposti a rendere pubbliche le loro storie. Ho tratto due considerazioni sulla quali mi piacerebbe conoscere la sua opinione.
1.prima di tutto ho notatao come rispetto al passato i sogni degli italiani siano diventati più materiali. Intendo dire che se nel fino a pochi anni fa in questi programmi si andava per incontrare il vip del cuore, oggi è sempre più comune vedere persone che intendono realizzare l’umile sogno di una casa arredata, di avere un’auto…
2.Con tristezza mi sono trovata a pensare che per avere questo desiderio di normalità le persone sono costrette a vendere la loro storia alla tv. […] Le persone dovrebbero pretendere dalla politica la realizzazione dei loro desideri che poi in questi casi sarebbe piuttosto dei diritti. E invece ormai trovano più convenienti prostituirsi alla tv […]
Gennaro Carotenuto: Confesso di non ubicare la trasmissione in questione, ma di intuire il genere. Sul tema della materialità dei desideri ricordo una notte di San Lorenzo di molti anni fa, nella quale spiegai con emozione a un bambinetto figlio di conoscenti la bella fiaba delle stelle cadenti e dei desideri. Il bimbo vide una stella cadente, probabilmente espresse un desiderio che secondo istruzioni tenne per se, però tornò indietro entusiasta a raccontare l’esperienza alla madre. La donna, ancora più entusiasta, con un sorriso a 128 denti si girò e domandò al figlio: "e hai chiesto soldi, soldi soldi?"
Riguardo le partecipazioni in TV sarei più clemente. La gente sa perfettamente che si tratta di un do ut des. Ottengono quel che desiderano, e il quarto d’ora di libera uscita dal cono d’ombra vale molto di più dei soldi. Sono cose in proporzione più modeste e più pulite del desiderare e ottenere un’eruzione vulcanica nella propria villa in Sardegna.
Parole chiave: Media, Televisione, Il+Treno+dei+desideri, Antonella Clerici