Al GR1 RAI di punta di stamane, quello delle otto, hanno intervistato come esperto sulla guerra di Liberazione l’insigne medievista (ma presentato solo come “storico” e non come “storico del medioevo”) Franco Cardini che, da uomo di destra marcata qual è, ha detto alcune indifendibili boiate in difesa dei bravi ragazzi di Salò.
In Italia ci sono 584 storici contemporaneisti incardinati nelle nostre università da Catania a Trento, dal Piemonte Orientale a Palermo. Se a questi aggiungiamo quelli in pensione e varie centinaia di studiosi non strutturati nelle università, superiamo le mille unità di persone che hanno dedicato e dedicano la vita allo studio dell’età contemporanea.
Mi domando allora perché mai abbiano scelto Franco Cardini e non Luigi Ganapini o Claudio Pavone che, a Salò il primo e alla guerra civile il secondo, hanno dedicato studi fondamentali. Mi domando se per la redazione cultura del GR RAI un medievista vale uno storico dell’arte, un latinista o forse perfino uno zoologo, oppure se la redazione cultura di Radio Rai abbia cercato ma non trovato un contemporaneista che dicesse proprio le indifendibili boiate dette da Cardini (e mi rallegro allora per la categoria della quale faccio parte) che erano proprio le cose che dovevano essere dette.
Siamo di fronte ad un’applicazione ancora più turpe dell’uso pubblico della Storia. Usare un illustre esperto di tutt’altro per dire di aver sentito un esperto comunque ma fargli dire quello che nessun esperto serio sosterrebbe. Tanto valeva chiamare direttamente lo “storico Giampaolo Pansa”.
PS: E il giornale radio è sempre il meno peggio che c’è.
Aggiornamento: nell’edizione di stamane, sabato 25 aprile, vi era un impeccabile servizio di Anna Longo con un paio di interviste sul perché è improponibile l’equiparazione tra partigiani e repubblichini.