Non il cancro né gli incidenti stradali [né gli stupratori romeni]: è la violenza tra le mura domestiche la prima causa di morte o invalidità permanente delle donne tra i 14 e i 50 anni. Sempre più spesso la vittima vive sotto lo stesso tetto dell’autore della violenza.
La casa si conferma come il luogo meno sicuro: nel 53% dei casi infatti l’aggressore è il marito o il partner, seguono le donne che dichiarano di subire violenza dal proprio convivente (9%, dato che raggiunge il 15% nel caso di cittadini straniere), da parte del fidanzato ( 2%), mentre sono soltanto il 2% quelle che dichiarano di aver subito violenza o maltrattamenti da parte di uno sconosciuto.
Sono i dati risultanti dal bilancio sulla violenza alle donne preparato ogni anno dall’Istat, sulla base delle denunce e delle richieste di aiuto avanzate alle forze dell’Ordine (Polizia, Carabinieri), a medici e strutte di pronto soccorso degli ospedali, a centri antiviolenza e associazioni per la tutela delle donne (sportelli antiviolenza, Telefono rosa, consultori).
A questo tema è dedicato un seminario organizzato dalla commissione per le Pari opportunità della Provincia di Pescara dal titolo "La violenza nelle relazioni familiari: conoscere per intervenire", che si rivolge a quanti, nel mondo della giustizia e dell’ordine pubblico, della politica e dei servizi sociali, si occupa di queste tematiche.