Si chiama “Mercenaries 2: World in Flames”, e secondo la “Pandemic Studios”, la casa statunitense che l’ha prodotto, e lo lancerà sul mercato nel 2007, è solo un innocente videogioco. Ma, guarda caso, questo innocente videogioco rappresenta la “liberazione”, da parte di militari statunitensi, dei pozzi di petrolio bolivariani nelle mani di un non troppo immaginario sanguinario dittatore bolivariano.
Il tiranno, manco a dirlo affamato di potere, nel videogioco ha come principale colpa quella di alterare il normale flusso delle vendite di petrolio verso gli Stati Uniti. Il petrolio, si sa, è l’unica cosa interessante in Venezuela ed è una scusa più che sufficiente per lanciare una tempesta di fuoco sia in un giochino spara-spara sia in una guerra reale.
La Pandemic assicura che si tratta solo di un passatempo basato sulla fantasia, ma afferma anche che il gioco sia sufficientemente realista da rappresentare avvenimenti che potrebbero realmente accadere. Il tiranno è immaginario, ma al contrario il paese rappresentato è reale, ed è la Repubblica bolivariana del Venezuela. E i giocatori, assumono proprio il ruolo dei soldati statunitensi inviati ad abbattere il tiranno che presiede lo stato bolivariano. Chissà se farebbe soldi un videogioco, chiamato magari “Resistence”, nel quale un popolo in armi, il vietnamita, l’iracheno o il venezuelano, ha come obbiettivo quello di liberare il paese da un’invasione militare statunitense. Forse per la Pandemic un gioco del genere non potrebbe essere definito come sufficientemente realista.
Il deputato venezuelano Ismael García, denuncia: “il governo statunitense sa come preparare campagne di terrore psicologico per preparare che le cose immaginarie prima o poi avvengano realmente”.
Fin’ora il governo degli Stati Uniti ha coperto ed appoggiato sia il colpo di stato dell’11 aprile 2002, sia la serrata golpista di fine 2002 che ha -quella sì- messo in difficoltà le forniture venezuelane di greggio agli Stati Uniti. Ha condotto inoltre una costante offensiva mediatica per rappresentare il Venezuela come parte integrante di un fantomatico “asse del male latinoamericano da colpire”, nelle parole del Ministro della Difesa Donald Rumsfeld.
Il gioco rappresenta un altro passaggio della demonizzazione mediatica del Venezuela, che fornisce il 15% del petrolio necessario al sistema di consumi degli Stati Uniti. La prima edizione del videogioco Mercenaries inscenava l’invasione della Corea del Nord, per liberarla dalla dittatura, mentre la seconda edizione, sceglie di rappresentare un paese democratico come il Venezuela bolivariano, disegnarlo come una tirannia, e prescrivere per la democrazia bolivariana la stessa ricetta prescritta per la dittatura nordcoreana: l’aggressione militare.