Sean McCormack, portavoce del dipartimento di stato (statunitense) ha invitato ufficialmente i cittadini nicaraguensi a non votare per il candidato sandinista Daniel Ortega.
Daniel Ortega è probabilmente il simbolo dell’incapacità di rinnovamento sandinista e di tutta la sinistra centroamericana. Dopo gli anni eroici della rivoluzione, si è avvitato al potere, risultando coinvolto in vari scandali, non ultima un’accusa di pedofilia. Daniel ha perso già tre volte le elezioni (1990, 1995, 2000), ma è anche quest’anno sulla breccia e con buone possibilità di farcela.
In democrazia spetterebbe al suo partito, quello sandinista, scegliere il candidato. Magari un altro e migliore candidato. Non è così in Nicaragua. In previsione delle elezioni del 5 novembre in Nicaragua, è il governo degli Stati Uniti, lo stesso che ancora deve “decidere” chi ha vinto le elezioni in Italia, ad ingerirsi ufficialmente per invitare i nicaraguensi a votare contro Daniel Ortega. Ricorda quello che successe a La Paz nel 2000 quando l’ “ambasciatore”, a camere riunite, impose di non votare per Evo Morales (che aveva vinto al primo turno le elezioni) garantendo altri cinque anni di lutti ai boliviani.
Non solo: l’ambasciatore a Managua, Paul Trivelli, appena lunedì scorso si è riunito, alla luce del sole, con i lider della destra nicaraguense per trattare ($$$) la formazione di un’alleanza contro i sandinisti. Potrebbe essere una bella iniezione di gerovital per il bollito Ortega.
E la chiamano democrazia…