Socci al 4%! Può fondare un partito e scorporare i resti!

Ebbene sì, complice l’influenza e la febbre alta, per parecchi minuti ci sono stato anch’io tra quel 4% di italiani che ha visto il nuovo programma militant-fondamentalista di Rai2, Luned’Italia.


Nonostante sia un consumatore famelico di informazione, confesso di non averci capito niente. Davvero, gran confusione, grida, strepiti, insulti, null’altro. Il dato, praticamente il peggiore nella storia di RAI2, 4% di share, è quasi rivoluzionario.


Nell’affanno di fare propaganda politica spicciola, campagna elettorale per il polo, un partito fondato sulla capacità di comunicare fa flop. Flop completo, gli italiani non li guardano più. Non li sopportano più. O forse chi sa comunicare è ancora solo Berlusconi, gli altri sono guitti. Questo Socci è veramento scarso ed all’estero non lavorerebbe né nel servizio pubblico né nel privato.


C’era Pezzotta -chi è più moderato e ragionevole del segretario della CISL?- che provava a ragionare di pensioni. Ma di fronte aveva Brunetta, l’unico economista al mondo, o forse il più volgare economista al mondo, che continuava ad insultarlo ripetendo “non siete credibili, non siete credibili, non siete credibili”… tutto questo per vari minuti, ha dovuto alzare bandiera bianca.


In mezzo c’è stato un servizio di satira, presentata come “di sinistra” (sic), contro George Bush. Sfido chiunque al mondo ad aver riso per una cosa così penosa. Poi la Prestigiacomo ha cominciato ad insultare Agnoletto “Vergognati, vergognati, vergognati”, e almeno altri 5 o 6 le sono andati dietro. Per 3 o 4 minuti di seguito, cinque o sei persone abbiano solo inveito contro Agnoletto. TV spazzatura allo stato puro.


Il conduttore intanto si beava della rissa (in realtà un tiro al bersaglio) e non si sognava di interromperla. Allora mi sono ricordato che era lunedì e che quello doveva essere il Processo del Lunedì appunto. Con la differenza che Biscardi è molto più bravo. Fa un po’ pena quello che ho scritto, ma credetemi, Luned’Italia faceva ben più pena.