La finale del Primo Classico Mondiale di Baseball, che si disputerà lunedì in California sarà tra Giappone e Cuba. E’ una finale tra due corazzate del baseball mondiale, ma è anche una finale tra due squadre che non avrebbero dovuto arrivarci.
Il Giappone ha stracciato per 6-0 la fin’allora imbattuta Corea con una prestazione da incorniciare dell’esterno destro dei Seattle Mariners, Ichiro, che ha realizzato tre valide e rubato due basi. Ma il Giappone non avrebbe dovuto arrivare in semifinale. Nel girone a quattro del secondo turno era infatti stato sconfitto (e difatto eliminato) per 4-3 dagli Stati Uniti, con due evidenti "errori" arbitrali che avevano favorito la squadra di casa. Solo una sorprendente vittoria del già eliminato Messico, che giocava per orgoglio nazionale contro gli Stati Uniti, aveva salvato il Giappone da una eliminazione ingiusta ed escluso definitivamente i padroni di casa.
Ancora meno avrebbe dovuto arrivare in finale Cuba. Non avrebbe neanche dovuto partecipare al torneo. Il presidente Bush si era speso in tutti i modi per impedire ai campioni mondiali 2005, campioni olimpici 2004 e campioni panamericani 2003, di partecipare al torneo sulla base dell’embargo contro l’isola. La semifinale contro la Repubblica Dominicana era tutta in salita per la rinnovatissima selezione cubana. Sette giorni fa, nelle eliminatorie, i cubani avevano perso 7-3 proprio contro una Repubblica Dominicana imbottita di stelle del professionismo, come del resto tutte le altre squadre. Cuba è infatti, per ovvi motivi, l’unica squadra senza giocatori professionisti.
Alla fine Cuba ha trionfato 3-1 (nella foto Erier Sanchez mette a segno il punto decisivo nel settimo inning). L’Associated Press ha scritto che con questo trionfo non è più possibile negare che il livello del cosiddetto baseball "amateur" dei cubani sia uguale se non superiore a quello della grande lega professionistica che paga salari medi di 5 milioni di dollari l’anno. Nulla di nuovo, ma scritto da AP suona come un ulteriore conferma che è Cuba il Brasile del baseball mondiale, succeda quel che succeda nell’emozionante finale di lunedì notte al Petko Park in California.
PS Questa bella storia non meriterebbe una paginetta su Repubblica?