Manifestazioni in solidarietà con il popolo palestinese si sono ripetute in queste due settimane in tutta l’America latina. Decine di migliaia di persone sono scese in piazza in tutto il Continente, dall’estremo nord, il Messico, fino all’estremo sud australe, l’Argentina. La decisione diplomatica più chiara l’ha presa il presidente venezuelano Hugo Chávez: ha dichiarato persona non grata l’ambasciatore israeliano per protesta contro i bombardamenti nella striscia di Gaza espellendolo dal paese.
Anche altri paesi della regione, pur non arrivando a passi diplomatici di questa rilevanza, hanno emesso comunicati ufficiali di forte critica al governo israeliano. Dall’Argentina a Cuba, dalla Bolivia al Nicaragua all’Ecuador i governi latinoamericani per definire quanto avviene a Gaza hanno usato aggettivi come “criminale” e “terrorista”.
Leggi tutto in esclusiva su Latinoamerica.
Noto solo ora che Ygal Palmor, portavoce del Ministero degli Esteri israeliano, stigmatizza il cardinale Renato Raffaele Martino, che ha detto che Gaza è un campo di concentramento, con parole molto simili a quelle con le quali attacca Hugo Chávez (gc; 15.15).