Belli che sono! L’imperatore e il dittatore che si tengono per mano come una coppietta romantica. Il paladino dell’esportazione della democrazia che va a trovare il suo amico golpista. Sembra di sparare sulla croce rossa tanto è facile beccarli con le mani nella marmellata. O no?
Già… chi ricorda più che quella pakistana di Pervez Musharraf è una feroce dittatura con le carceri strapiene di prigionieri politici, dove si tortura a mansalva e si ammazzano gli oppositori ogni volta che al paladino della libertà Pervez gira storta. Sicuramente non se ne accorgeranno i lettori di Repubblica, giornale al quale abbiamo sottratto la romantica foto. Provate a cercare le parole chiave nel pezzo sulla visita di Bush?
“Dittatura” non compare mai, “autoritario” neanche, “regime” compare per parlare dei talebani per l’abbattimento dei quali il mondo è grato alla dittatura pakistana. Nel sottotitolo si parla in maniera del tutto neutra di “Centinaia di attivisti arrestati per evitare manifestazioni”, come se fosse accettabile. Solo verso il fondo del pezzo, secondo lo schema a piramide per il quale i finali non li legge nessuno, si fa fare una battuta ad un campione di cricket messo agli arresti domiciliari. Secondo lo sportivo (sic), la visita di Bush ritarda il ritorno alla democrazia. Occhio, non ha detto impedisce, ha scritto proprio “ritarda”, come se gli Stati Uniti non fossero stati dietro il colpo di stato militare. Del resto, Repubblica ricorda che gli oppositori sbattuti in galera sono “quasi tutti integralisti islamici”…
Che vuoi che sia se una dittatura amica ne mette preventivamente qualche centinaio in galera in nome dell’esportazione della democrazia.