Silvio Berlusconi ha presentato un sondaggio taroccato che lo lancerebbe verso la riconferma. Gran parte della stampa lo ha criticato ma non sono i motivi sociopolitologici a doverci preoccupare. Il problema è che Berlusconi si è rivolto ad un’agenzia specializzata nei “regime change” (cambiamenti di regime), nei trucchi sporchi e nella manipolazione dell’opinione pubblica. Il sondaggio è solo un passaggio di una strategia occulta? Con la casa di sondaggi PSB sono al lavoro in Italia anche le altre agenzie che solitamente la accompagnano, la Freedom House, la National Endowment for Democracy, o “Democracy Watch”? Per la PSB il sondaggio è un’operazione commerciale o è parte di un progetto politico statunitense per influenzare il voto politico italiano? Ecco perché quelli che stanno dietro questo sondaggio devono preoccuparci molto.
di Gennaro Carotenuto
Del sondaggio commissionato da Silvio Berlusconi alla PSB, si parla criticamente in tutta la stampa nazionale. Sancisce (si veda l’immagine) il raggiunto pareggio tra Polo e Unione. Il Sole24ore ricorda come la Penn, Schoen & Berland Associates, società di ricerche strategiche con base statunitense (uffici a Washington, Denver, New York e Seattle) e proprietà britannica, sia stata ripetutamente coinvolta in incidenti e figuracce. Ma non affonda il coltello. Un po’ di più fa La Repubblica. Cita uno dei documenti della società americana reperibili in internet: “La missione principale della Psb è formare la percezione che il gruppo al potere in un Paese goda di ampia popolarità”. Ovvero la PSB ammette che di mestiere non fa sondaggi, ma “sondaggi taroccati”. L’ideale per Berlusconi. Il quotidiano romano parla del caso serbo. Nel 2000 la PSB lavorò apertamente per l’opposizione e costruì il “regime change” nel paese balcanico. Ancora La Repubblica scrive che “dopo la guerra in Serbia, la stampa americana (statunitense, sic!) indicò la Psb come capofila degli spin doctor americani (aridaje! Sic!) inviati a Belgrado per istruire l’opposizione al dittatore”.
Tutti i giornali fanno l’esempio venezuelano. Il 15 agosto 2004 la PSB diffuse illegalmente ad urne aperte un “boca de urna” (exit poll in “italiano”) che dava vincente l’opposizione. Tutti i sondaggi avevano concordato sul grande vantaggio di Chávez e il sondaggio sballato della PSB creò estrema tensione. L’opposizione, data per vincente dalla PSB, perse infatti fragorosamente e Chávez superò il 58%. Mentre la OEA, il Centro Carter e tutte le altre istituzioni certificarono la totale trasparenza del referendum revocatorio venezuelano, la PSB (per giustificarsi?) millantò di brogli. Non andò così e non fu un errore né un incidente. Ne è convinto per esempio David Resnik del “Center for Economic and Politiy Research”: l’exit poll della PSB fu volutamente diffuso violando le leggi venezuelane e volutamente furono diffusi dati così sballati da superare del 20% il margine d’errore. In quel clima tesissimo, il sondaggio della PSB fu un ballon d’essai o un tentativo deliberato di scatenare la guerra civile nel paese.
STRATEGIA FREEDOM HOUSE Alla guerra civile la PSB giocò quello stesso anno in Ucraina. Fu tra i concertatori occulti della cosiddetta “rivoluzione arancione”. Esiste oramai una letteratura su come nel 2004 la PSB, insieme all’agenzia del partito repubblicano statunitense Freedom House e diretta dall’ex direttore della CIA James Woolsey, e al National Democratic Institute della democratica Madeleine Albright favorirono il cambio di governo in Ucraina. Tutte queste istituzioni sono emanazioni della National Endowment for Democracy, che è l’agenzia della CIA che ha il compito di disinformare il mondo riguardo ad argomenti, situazioni, politiche non convenienti al governo degli Stati Uniti. La NED è quell’agenzia che finanzia per la CIA Reporter senza Frontiere, e fu fondata da Ronald Reagan nel 1983. Si pensi come si vuole di Yanukovitch e Yuschenko, ma nessuna rivoluzione ebbe mai tanti soldi a disposizione né così tanti consiglieri stranieri disposti a creare un contesto favorevole. E’ la “strategia Freedom House”, della quale si può leggere il mio articolo sul Kirghizistan qui.
Per l’Unità la PSB aveva già dato pessima prova di sé in Messico nel 2000*. Ma non spiega cosa successe. Il caso messicano è forse quello più simile a quello italiano ed è quello più interessante. Nell’anno 1994 la PSB si occupò di calunniare il rivale democratico di George Bush per la carica di governatore del Texas e portare Bush alla vittoria. Un lustro dopo distrusse l’immagine del senatore repubblicano John McCain che contendeva a Bush la candidatura per il partito repubblicano. Ma è dal 1997 che la PSB lavora all’ipotesi di portare alla presidenza messicana il gerente della Coca-Cola (altro cliente della PSB) di quel paese, Vicente Fox. Nelle presidenziali del 2 luglio del 2000, si affrontavano il candidato ufficialista del PRI (Partito Rivoluzionario Istituzionale), Francisco Labastida, il candidato della sinistra (il PRD, Partito rivoluzionario democratico) Cuauthémoc Cárdenas, e la destra del PAN di Vicente Fox.
La candidatura di Labastida era in difficoltà di suo. L’astio nazionale verso il PRI, che governava da 70 anni, aveva raggiunto livelli massimi. Ma il candidato filostatunitense Fox aveva un intralcio rappresentato dalla sinistra e dall’onesto Cárdenas, che nei sondaggi superava il 20% di voti. Era necessario inventare qualcosa per evitare che Cárdenas sottraesse a Fox i voti necessari. Era necessario che Cárdenas fosse presentato come il candidato della conservazione e Fox come quello del cambiamento. E questo qualcosa venne inventato dall’ambiente rappresentato da PSB, il consigliere di Fox, Dik Morris (che quell’anno riuscì a piazzare anche un’altra mercanzia presa dalla sua scuderia, il presidente fondomonetarista argentino Fernando De la Rúa), il fantomatico progetto “Democracy Watch” e Jorge Castañeda**. Questa allegra confraternita inventò una campagna mediatica senza precedenti per il “voto utile”. Centinaia di migliaia di messicani, con una vita specchiata di militanti di sinistra, furono convinti a votare per la destra di Fox pur di liberarsi del PRI, ma cadendo di fatto dalla padella nella brace.
Per la PSB fu un trionfo di abilità come appare un trionfo di abilità il sondaggio italiano con i DS primo partito, la Casa delle Libertà che vince ma non troppo per non rilassare gli elettori ma galvanizzarli e quei dati ridicoli e incredibili sui piccoli partiti dell’Unione, palesemente sballati.
Il merito della campagna per il “voto utile”, considerata decisiva nel successo di Fox, venne fatto ricadere su Castañeda. Così questo acquisì i galloni per diventare ministro degli esteri, piazzando un uomo di assoluta fiducia degli Stati Uniti (era stato un agente della CIA infiltrato nel partito comunista messicano per tutta la vita). Anche in Messico, come in Serbia, in Venezuela, in Ucraina, in Kirghizistan e in molti altri luoghi, la “Freedom House Strategy”, ha visto la PSB agire in combutta con una serie di agenzie e ONG finanziate dalla CIA per raggiungere l’obbiettivo dichiarato: “formare la percezione che il gruppo al potere in un Paese goda di ampia popolarità”.
Fare due più due è obbligatorio: è solo il sondaggio ad essere stato commissionato da Silvio Berlusconi alla PSB? O tutta la strategia elettorale di Forza Italia e del Polo, quella dichiarata e quella occulta, sono influenzate dai consigli di agenzie statunitensi? In che senso? Esiste una “Freedom House Strategy” per l’Italia? E’ chiaro che le strategie usate in Messico o in Serbia non possono essere identiche in Italia.
Come è maturato il repentino abdicare dal dogmatismo maggioritario? La nuova legge elettorale è un investimento sul possibile caos che probabilmente creerá? Cosa intende Berlusconi quando afferma che può perdere solo in caso di brogli comunisti? E’ vittimismo preventivo o sta semplicemente preparando il terreno?
Se la PSB, com’è altamente probabile, non si limita a somministrare sondaggi taroccati, allora non agisce da sola. E se non agisce da sola agisce all’interno di una strategia volta a puntellare il potere traballante dell’amico Silvio. E’ così pericolosa l’Unione per chi sta dietro la PSB?
PS Chi scrive trova perlomeno “simpatico” che quegli stessi (come Repubblica) che il 15 d’agosto 2004 considerarono credibili i sondaggi della PSB in Venezuela e festeggiarono la “fine del regime Chávez”, oggi citino quegli stessi sondaggi per dimostrare la scarsa credibilità della PSB stessa.
PS2 Sulla scientificità del sondaggio della PSB leggere qui.
* Ringrazio l’amico Pepe Steinsleger, caporedattore del quotidiano la Jornada di Città del Messico, per avermi tempestivamente inviato alcuni pezzi del puzzle che si stava componendo sotto i miei occhi.
** Jorge Castañeda, per chi non lo ricordasse, è stato per buona parte della vita un agente della CIA infiltrato nel Partito Comunista Messicano. Intellettuale importante, riuscì per anni ad essere vicinissimo al presidente cubano Fidel Castro. Nel 2000, una volta scoperta la sua vita anteriore, non fece altro che passare ad essere il più ascoltato consigliere di Vicente Fox, del quale fu Ministro degli Esteri (un agente della Cia, sic!), dal 2000 al 2003.