Se la vita ha un valore economico in una società capitalista, quella di Michael Crichton valeva moltissimo, già che dalla sua attività di scrittore e autore aveva guadagnato almeno 500 milioni di dollari.
Se la vita in una società capitalista ha un valore, allora Crichton, medico e inventore tra l’altro di E.R., aveva sicuramente la possibilità di comprare un biglietto per quei 120 anni ai quali aspira Silvio Berlusconi.
E invece il biglietto della vita di Crichton è durato appena la metà di quello al quale aspira il nostro capo del governo. Michael Crichton, come milioni di persone comuni in ogni angolo del mondo, è stato ucciso dal cancro.
Seppure il cancro non è il primo e più catastrofico problema dell’umanità, soprattutto nel Sud del mondo, la lotta al cancro, la sconfitta del cancro, la ricerca scientifica per sconfiggere il cancro, è la cifra più simbolica del progresso umano, della capacità dell’uomo di migliorarsi per il bene comune.
La lotta al cancro è almeno in buona parte ricerca pura, di quella che magari per molti anni non si sa a cosa serva, che assomma costi e non produce alcun utile, ma che in un giorno forse non così lontano può compiere un grande passo per l’umanità. Gli Stati Uniti investono circa 5 miliardi di Euro l’anno di denaro pubblico nella ricerca sul cancro. Ancora di più spende l’Asia. Non sono molti in realtà, ma confrontati con i circa 120 milioni italiani (il triplo in Gran Bretagna, il doppio in Germania) ci fanno impallidire, vergognare, preoccupare.
L’Italia è un paese che oramai guarda più di altri al breve termine, al tutto e subito. Nel primo Consiglio dei Ministri di questa legislatura fu eliminata l’ICI. Poi per recuperare quel gettito, hanno prelevato quasi 500 milioni dalla ricerca scientifica. I ricercatori sono spendaccioni, fannulloni, inutili hanno bombardato, tagliando in maniera indiscriminata. A cosa serve la ricerca? A nulla risponde la vulgata e infatti abbiamo già la metà dei ricercatori del resto d’Europa (2.7 contro 5.1 ogni mille abitanti).
Umberto Veronesi, sessant’anni di ricerca oncologica alle spalle, ma con il sogno intatto di sconfiggere il cancro in meno di 10 anni, non la pensa così. “Siamo fra i paesi in cui la ricerca ha le sovvenzioni più scarse, in cui la cultura scientifica è latitante, ma allo stesso tempo la produttività scientifica è molto elevata. Questo significa che ogni centesimo in Italia è speso bene e soprattutto che se avessimo, accanto ad un volontariato forte, anche un investimento pubblico adeguato, potremmo davvero conquistare un ruolo trainante in Europa”.
Il cancro che uccide Crichton non uccide solo gli inquilini, uccide anche i proprietari di case, felicissimi di aver risparmiato l’ICI. Uccide chi si spella le mani per Mariastella Gelmini come chi la critica. Senza ricerca scientifica, senza centralità del progresso scientifico, la salute non si può comprare neanche con tutte le ICI del mondo, neanche se le tasse fossero abolite, neanche se ci si chiama Michael Crichton o Silvio Berlusconi. E’ così difficile capire che senza progresso scientifico moriamo un po’ tutti quanti?