Mentre il quotidiano Libero diretto da Vittorio Feltri, minaccia apertamente gli studenti, si sommano le dichiarazioni di molti lettori sulla preannunciata repressione voluta dal capo del governo. Ecco quelle del rettore dell’Università de L’Aquila, Ferdinando di Orio.
“Le dichiarazioni del Presidente del Consiglio lasciano esterrefatti. Che non si voglia comprendere il significato di una protesta che interessa trasversalmente tutte le componenti accademiche, dagli studenti al personale docente, può rientrare nelle logiche del gioco democratico e delle opzioni politiche. Ma è davvero incomprensibile, e per certi versi irresponsabile, volere trasformare una civilissima e legittima mobilitazione di tutta l’Università italiana in un problema di ordine pubblico”.
Il rettore dell’Università dell’Aquila prof. Ferdinando di Orio interviene in merito alla dichiarazione del Presidente del Consiglio on. Silvio Berlusconi, che ha prospettato la possibilita’ di un ricorso alle forze dell’ordine per impedire l’occupazione di scuole e università.
“Non solo è sconcertante – continua il rettore Ferdinando di Orio – ma è davvero pericoloso drammatizzare il livello dello scontro che, come tutti rettori e tutti coloro che hanno a cuore l’Università pubblica ripetono ormai da anni, vuole sostanzialmente portare al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica la drammatica situazione in cui versa l’Università. Una situazione che i recenti provvedimenti governativi rischiano di compromettere definitivamente”.
“Ciò che trovo, inoltre, inaccettabile è voler forzatamente accreditare l’immagine di un’Università spaccata al suo interno, nella quale una piccola frangia di estremisti impedisce agli “studenti modello” di poter frequentare le lezioni. Così non è, perchè la stragrande maggioranza degli studenti vuole soltanto una Università migliore e, soprattutto, vorrebbe essere ascoltata dai suoi naturali interlocutori politici e governativi”.
“Stia tranquillo il Presidente del Consiglio – conclude il rettore Ferdinando di Orio – perché i rettori delle Università italiane, nell’esercizio della loro autonomia istituzionale, sapranno vigilare e non permetteranno che la legittima protesta determini discriminazioni nei confronti di alcuno”.