Ho ricevuto vari email che mi chiedono di esplicitare il mio pensiero su Massimo d’Alema e l’America Latina. Lo faccio volentieri, anche se in breve ed in maniera in nessun modo esaustiva.
Massimo D’Alema è quel politico italiano che difendeva l’ex-presidente argentino Fernando de la Rúa, quando questo faceva sparare sulla folla a Buenos Aires. E’ quello stesso politico che quando era Presidente del Consiglio non riceveva la gente del PT “perché tanto Lula non vincerà mai e il nostro referente in Brasile è Fernando Henrique Cardoso”. E’ quello stesso politico che attacca sempre (chissà perché) il governo di centrosinistra argentino e che di Hugo Chávez parla di censura di stampa (inventata) ed accusa, senza mai circostanziare, il governo bolivariano di violazioni dei diritti umani.
E’ semmai vero il contrario. E’ l’Internazionale Socialista, della quale Massimo D’Alema è uno dei massimi esponenti, a non avere mai condannato il colpo di stato in Venezuela dell’11 aprile del 2002, organizzato con l’appoggio dell’FMI, del governo degli Stati Uniti e della Spagna di Aznar. Di D’Alema da governante sarebbe troppo lungo dire. Ma l’uomo della “guerra umanitaria” non credo che abbia mai brillato per autonomia di giudizio rispetto al fondomonetarismo più ortodosso.
Dipendesse da me, lo pensionerei e lo manderei in barca a vela tutto l’anno. I DS hanno personale politico infinitamente migliore.
PS Quando d’Alema saprà che il primo viaggio all’estero del presidente Evo Morales sarà venerdì a Cuba per incontrare Fidel Castro e non in Italia per omaggiare Lui, gli verrà un’ulcera.