L’arresto dello sciacallo Fiorani non sarebbe dovuto al pericolo di inquinamento delle prove ma alla volontà dei giudici di forzarlo a fare nomi. Questo si evince dalla rassegna stampa di oggi come concetto più o meno scontato.
E’ stupefacente come le stesse persone disposte a sottiglizzare definendo quelli della CIA come “nuovi interrogatori pressanti” ma non tortura, siano pronti a strapparsi le vesti in difesa del potente di turno, del quale neanche la stessa difesa dell’inquisito ha contestato la natura dell’arresto.
Sono terrorizzati dall’idea di una nuova tangentopoli e sono loro a tirar fuori dai cassetti tutto l’armamentario anti-mani pulite.
Dico quello che ho sempre detto: per uno straniero, magari musulmano, magari con un avvocato d’ufficio o perfino senza avvocato (ma Daki non potrà testimoniare contro Bob Lady e D’Ambruoso perché è stato preventivamente espulso da Pisanu pur essendo stato assolto da ogni accusa) fargli tintinnare le manette davanti è un obbligo. Per un esponente della classe dirigente invece è intollerabile perfino l’idea dell’avviso di garanzia.
Più andiamo avanti più la democrazia liberale ricostituisce un sistema castale che prende tratti da antico regime.
Quanto è lontano il 14 luglio?