Una volta li chiamavano “peones” i parlamentari che stanno lì a far numero. Ma per molti arrivare fin lì è una svolta nella vita. Nicola Di Girolamo è un neosenatore della PDL eletto nella circoscrizione Europa.
Per candidarsi ha dichiarato di risiedere in Belgio, ma sembra proprio che non fosse vero. Pur di agganciare lo strapuntino avrà pensato: chissenefrega.
Oggi è imputato di false dichiarazioni, falsità ideologica, abuso d’ufficio, attentato contro i diritti politici del cittadino. Bum! Esagerato, eppure per le leggi italiane cinque anni di galera e l’interdizione perpetua dai pubblici uffici non glieli leva nessuno. Ma ne rischia anche dieci. Con gente come Calisto Tanzi in giro possiamo prendercela proprio con il povero Di Girolamo? Eppure fino a ieri era sulla porta del carcere. Adesso per fortuna non più.
Buon per lui il parlamento lo ha salvato dall’arresto con un bel voto bipartisan. Avete capito bene: non lo ha salvato solo la maggioranza del PDL. Lo ha salvato un voto bipartisan PDL-PD. A favore dell’arresto hanno votato solo i tagliagole giustizialisti di Italia dei Valori oltre ad un manipolo di una quindicina di senatori del PD che proprio non se l’è sentita di coprirsi di vergogna per salvare Di Girolamo Nicola.
Perché alla PDL conviene non mollare neanche un probabile mariuolo come Di Girolamo? Le risposte possono essere tante, ma scegliamo la meno indecente. Perché un bravo comandante non lascia indietro nessuno dei suoi uomini: “salvate il soldato Ryan”.
Resta da capire perché il PD salva il soldato Di Girolamo? Uno si mette a pensare e se è una persona decente una risposta proprio non la trova. Ma di sicuro neanche il più moderato degli elettori del PD li ha votati per soccorrere Di Girolamo. No, proprio non c’è una risposta decente alla domanda su perché il PD salvi Di Girolamo.
E c’è una domanda perfino più grave: chi lo salva un paese dove maggioranza e opposizione insieme salvano il “peones” Di Girolamo?