Chi vuole spennare i tifosi del Napoli?

C_3_Media_468093_immagine_d Qualche dirigente calcistico, vedi Antonio Matarrese, è un troglodita, vecchio, traffichino. Si fanno i soldi lo stesso, in maniera più artigianale. Qualcun altro è avanti, molto avanti e pensa al calcio del futuro, al calcio entertainment globale, al calcio puro business.

Pensa allo Stadio virtuale dove se vuoi entrare dal divano di casa tua, puoi farlo con la carta di credito alla mano e sennò stai fuori. Senza neanche il diritto di cronaca. Chi paga invece può stare ovunque, a Shangai, a Seul o a Los Angeles. Chi è tra i più avanti di tutti è Aurelio de Laurentiis. Sta rifacendo grande il Napoli, ma sta facendo anche un esperimento pilota. Interessante ma anche inquietante per chi pensa al calcio ancora come una passione popolare.

Giovedì sera allo stadio San Paolo di Napoli si giocava la prima grande partita internazionale dopo 14 anni. Era Napoli-Benfica (nella foto il primo gol da professionista di Luigi Vitale). Avere come ospite la grande squadra portoghese aumentava il fascino dell’evento e il San Paolo era gremito per festeggiare l’ennesima vittoria in questa stagione, la quinta in cinque partite di coppa Uefa, la sesta su sette (con un pareggio all’Olimpico) contando il campionato. Nonostante fosse di gran lunga la partita più di cartello, in tivù era possibile vedere in chiaro il Milan, la Sampdoria e l’Udinese, ma non il Napoli. Ma il motivo della non trasmissione non era una preferenza per le tre squadre del Nord contro l’unica del Sud.

Anche a Radio Rai, era possibile ascoltare le radiocronache del Milan, della Sampdoria e dell’Udinese ma non quella del Napoli. Possibile? Dal San Paolo arrivavano solo aggiornamenti da studio quando cambiava il punteggio. Ho fatto un po’ di telefonate e ho scoperto che la richiesta della SSC Napoli per cedere i diritti radiofonici della gara era esosissima, scandalosamente superiore a quella di tutte le altre squadre, Milan compreso, e quindi così fuori mercato che il servizio pubblico ha preferito (giustamente) rinunciare. Anche Radio Marte, la radio partenopea che ha l’esclusiva delle partite del Napoli (ma non in Internet per chi è lontano, interessante, no?), trasmetteva solo brevi aggiornamenti. Ma per il mercato se la domanda e l’offerta non s’incontrano a metà strada non perdono tutti? Era proprio così bassa l’offerta di Radio Rai e Radio Marte per Napoli-Benfica? E se invece quella partita alla radio era meglio non fosse trasmessa?

La conseguenza, eliminata la tivù in chiaro e la radio, era che non restava ai tifosi del Napoli che pagare. Di nuovo. La diretta su Sky costava 10 euro. Apparentemente non è un prezzo alto se non per il fatto che il 99% di chi ha acquistato la partita paga già una quota mensile non trascurabile per il pacchetto Calcio di Sky, che comprende partite di tutti i generi, dal campionato russo a quello scozzese e, ovviamente tutte le partite di tutte le squadre italiane di serie A comprese nell’abbonamento. Come mai Napoli-Benfica sia scindibile dal pacchetto Calcio di Sky a chi paga non è dato sapere. Ci sono sicuramente ottime risposte a questa domanda, ma la sostanza è che il Milan, l’Udinese e la Sampdoria hanno ceduto i diritti ad un prezzo tale da permettere la visione gratuita in chiaro dell’evento.

Facciamo due conti in tasca ad un appassionato del Napoli quest’estate. In luglio, nel torneo di qualificazione alla Coppa Uefa, l’Intertoto, la trasferta con i mediocri greci del Panionios è stata venduta a Conto TV, una pay-tv toscana specializzata nel porno, che l’ha rivenduta alla modica cifra di 20 Euro (15 se comprata con vari giorni di anticipo). Era però la prima partita internazionale del Napoli dopo 14 anni; come si fa a comandare al cuore?

Il ritorno al San Paolo è stato trasmesso da Sky, per appena 10 Euro. Le stesse modalità hanno avuto in agosto le due partite di turno preliminare con i dilettanti albanesi dello Scutari: 20 Euro a ContoTV e 10 Euro a Sky. A qualificazione ottenuta e oramai nel tabellone principale, mentre Milan, Sampdoria e Udinese sono gratis per tutti, il Napoli nella doppia bellissima sfida col Benfica costa di nuovo altri 30 Euro tra andata e ritorno e senza neanche l’alternativa della radio: di nuovo 10 Euro a Sky per la partita in casa e 20 a Conto Tv per l’attesissima gara di Lisbona. E’ un totale di 90 Euro già spesi, una cifra che con il digitale terrestre basta a vedere quasi l’intero campionato di qualunque squadra e che serve per comprare quasi mezzo abbonamento di curva allo stadio per tutto l’anno, Maroni permettendo.

Lo scorso anno il Napoli di Aurelio de Laurentiis ha chiuso il primo splendido campionato di serie A con un attivo di 14 milioni di Euro. Il presidente fa l’imprenditore da una vita nel mondo dello spettacolo ed è giusto che guadagni dai suoi ingenti investimenti nel business del calcio. Ma gli conviene dare la sensazione di voler spolpare i tifosi mentre quelli delle altre squadre vedono tutto gratis? O è esattamente una politica di disciplinamento economico che porterà gli appassionati di calcio a pagare partita per partita. In fondo sono anni che le pay-tv, oggi monopolizzate da Sky stanno facendo una politica che è solo un passo indietro.

Mi domando però se almeno la radio, per chi non si può permettere di pagare la tivù, non si possa lasciare o se il black out sia indispensabile al disciplinamento dei tifosi. Mi domando se come per le partite della Nazionale non ci sia un minimo da garantire alla passione dei tifosi. Almeno per evitare di sembrare degli squali ed evitare che i consumatori/tifosi possano stufarsi.

 

PS Avrei pagato a occhi chiusi 10 Euro per Napoli-Benfica (non ho pagato invece per lo Scutari). Purtroppo la mia parabola era down, proprio nel senso che invece di guardare il cielo guardava la strada. Preso atto della mancata trasmissione via radio ho trovato in Internet un sito che in una microfinestrella trasmetteva la partita tutta a scatti col commento in cinese. Una delizia, ma completamente gratuita.